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Carrie Mae Weems, l’artista concettuale che affronta i temi dell’identità culturale

Alle Gallerie d’Italia di Torino, sino al 7 settembre 2025, si possono ammirare le fotografie dell’artista americana di fama internazionale Carrie Mae Weems nella mostra The Heart of the Matter, realizzata in collaborazione con Aperture, con la curatela di Sarah Meister già curatrice del dipartimento di fotografia del MoMA di New York.

Nel percorso della mostra sono presenti  un centinaio di opere che pongono in risalto gli interessi della Weems attualmente è Artist in Residence presso la Syracuse University e vive a Syracuse, New York con Jeffrey Hoone suo marito – che sempre analizza e affronta i temi dell’identità culturale, del sessismo, dell’appartenenza di classe e le concezioni di razza e femminilità alla ricerca di nuovi modelli di vita. Partendo dalla sua esperienza di donna nera, sempre universalizza, nelle sue ricerche, i temi delle relazioni familiari, delle strutture di potere e della gerarchia sociale. Si interessa principalmente di fotografia ma la sua creatività include anche testi, tessuti, audio, immagini digitali e video installazioni.

Carrie Mae Weems, Welcome Home, 1978–84; from the series Family Pictures and Stories.
© Carrie Mae Weems and reproduced courtesy of the artist and Gladstone Gallery, New York, Fraenkel Gallery, San Francisco, and Galerie Barbara Thumm, Berlin

Le complessità e le ingiustizie del mondo sono temi affrontati consolidando le sue visioni in ambienti particolari come piantagioni del sud degli Stati Uniti, spazi domestici, studi d’artista. Sino ad arrivare alle “istituzioni invisibili” intese e nate come luoghi di culto della comunità nera durante le oppressioni, affiancate a immagini di luoghi storicamente di esclusione, come musei e monumenti.

Carrie Mae Weems, Road Sign, 1991–92; from the series Preach © Carrie Mae Weems and reproduced courtesy of the artist and Gladstone Gallery, New York, Fraenkel Gallery, San Francisco, and Galerie Barbara Thumm, Berlin

Celebrata per la sua continua analisi della storia, l’artista americana si esprime con queste parole:  “Ho scoperto di essere il punto di riferimento, e il punto di vista, che indirizzava l’osservatore verso persone come me nella storia. Poi ho capito che questo sé fotografico era una musa e una guida verso l’ignoto. Miracolosamente la musa si è evoluta superando la mia resistenza a fotografare le persone senza averne il permesso e, lungo questo percorso, ho scoperto un modo completamente nuovo di lavorare. In realtà, ho scoperto me stessa. Grazie a Dio”.

Carrie Mae Weems, Untitled; from the series Preach. © Carrie Mae Weems and reproduced courtesy of the artist and Gladstone Gallery, New York, Fraenkel Gallery, San Francisco, and Galerie Barbara Thumm, Berlin

In anteprima assoluta il progetto Preach –  commissionato da Intesa Sanpaolo per questa esposizione – un’interessante installazione sui temi della religione e della spiritualità per gli afro-discendenti americani attraverso le generazioni. Nell’installazione sono esposte dalle prime immagini da Harlem, San Diego, e Sea Island, Georgia ai nuovi lavori. Weems scrive un testo poetico e intenso per descrivere la felicità che accompagna le forme di culto e la condanna alle persecuzioni: “Nelle fiamme e tra le bombe, prega dove e quando puoi, nei porti e nelle capanne, nei palazzi e nei seminterrati, nei teatri e nei club. Dal tuo nascondiglio segreto hai scoperto nuove forme di culto…”

In mostra sono presenti anche i suoi primi lavori, un viaggio all’interno della sua creatività che sottolinea l’importanza delle sue opere nell’intero arco della sua carriera, una continua ricerca in una varietà e profondità di linguaggi artistici che l’hanno resa tra i più influenti artisti contemporanei.

Portrait of Carrie, Rolex Audoin Desforges

Vediamo la storica Kitchen Table Series – che le ha donato la fama internazionale con questo progetto fotografico dei primi anni ’90 – e Museums del 2006 ma ancora in fieri. Si prosegue con i progetti più recenti Scenes and Takes del 2016 e Painting the Town del 2021 e le sue rinomate installazioni video: The Shape of Things del 2021 e Leave Now! del 2022. L’esposizione –  che è parte del programma  della seconda edizione di EXPOSED Torino Foto Festival dal titolo Beneath The Surface a cura di Menno Liauw e Salvatore Vitale –  è accompagnata da un catalogo co-pubblicato da Società Editrice Allemandi / Aperture che, oltre alle numerose immagini delle opere dell’artista, è arricchito da contributi di numerosi studiosi.

di Laura Malaterra

Autore

  • Laura Malaterra vive a Genova da diversi anni ma è nata a Torino dove si è laureata in Architettura e, seguendo la sua passione per il teatro, ha fondato con altri attori la ”Compagnia del Bagatto”, compagnia teatrale professionale. Attrice, regista e autrice ha scritto numerosi testi teatrali messi in scena e rappresentati in Italia e all’estero. Ha pubblicato sei libri: Maniaca Seriale (Amazon, 2023), Le Interviste Immaginarie (Albatros, 2021), Ricordi di cibo, il cibo dei ricordi (Robin Edizi...

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