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Gli “Indizi terrestri” di Pio Tarantini

Tra i più apprezzati esponenti della fotografia italiana contemporanea, Pio Tarantini,  autore e saggista che in quasi cinquanta anni ha prodotto un corpus molto ricco di lavori fotografici, presenta “Indizi terrestri”. Si tratta di nove opere esposte allo Spazio Kryptos di Milano fino al 9 giugno: nove opere che in modo simbolico rappresentano altrettanti concetti fondamentali per la vita dell’uomo: Conoscenza, Eros, Pathos, Attesa, Felicità, Tempo, Spirituale, Sogno, Terrestre.  La mostra è presentata da Vera Agosti, storico dell’arte nonché curatore dell’evento.

Pio Tarantini – Indizi terrestri, Pathos

Così Tarantini descrive questo suo nuovo lavoro: «Ho cercato di risolvere il divario tra l’astrazione dei concetti scelti e la necessaria concretezza delle immagini con stratificazioni visive in cui la materia diventa confusa, evanescente e dove a oggetti più facilmente riconoscibili si mescolano corpi e ambienti che alludono alle tematiche scelte. Da lungo tempo affronto ricerche fotografiche intorno a tematiche esistenziali che si sono concretizzate in più lavori come Il Passato e i pensieri (1985-1989) dedicato al tempo e alla memoria, L’ombra del vero (1995-2003), Scenari (2006) e Imago (2008-2021) nei quali la ricerca si è concentrata sulla percezione visiva della precaria presenza dell’uomo nel mondo. Gli strumenti stilistici utilizzati sono stati sostanzialmente due: l’uso della sovrapposizione di più immagini – soprattutto nei lavori dedicati al tempo e alla memoria – e l’uso del “mosso fotografico” come strumento espressivo del concetto di precarietà esistenziale, declinato nella doppia versione di figure umane mosse collocate in ambienti fortemente connotati o su sfondi neutri in cui lo sguardo si concentra soltanto sulla figura stessa. Con Indizi terrestri (2010) torno allo strumento della stratificazione di più immagini selezionando, da una produzione molto più ampia, le nove opere che sintetizzano i concetti descritti prima. Una scelta di sintesi che vuole portare all’essenziale la mia riflessione su alcuni aspetti fondamentali della nostra presenza al mondo. Una sorta di fenomenologia dell’esistenza declinata visivamente nel segno della attuale impraticabilità di certezze date, dove le risposte non possono che essere mutevoli, complesse, stratificate – appunto – lontane dalle più determinate visioni di sapore positivista o ideologico. Ho voluto denominare questa ricerca visiva Indizi terrestri citando in parte il titolo di un’opera letteraria della poetessa russa Marina Cvetaeva (Indizi terrestri. Diario moscovita, 1917-1919) perché le opere sono costituite da frammenti visivi frutto di stratificazioni fotografiche.»

Pio Tarantini – Indizi terrestri

PIO TARANTINI – Nato nel 1950 nel Salento, ha compiuto studi classici a Lecce e poi Scienze Politiche all’Università Statale di Milano, dove vive dal 1973. Esponente della fotografia italiana contemporanea in quanto autore e saggista ha realizzato in quasi cinquanta anni un corpus molto ricco di lavori fotografici esposti in molte sedi italiane pubbliche e private. Ha pubblicato molti volumi fotografici monografici ed è presente su svariate decine di volumi collettivi. Dalla fine degli anni Ottanta scrive di fotografia, collaborando nel corso degli anni con molte riviste; ha insegnato a lungo linguaggio fotografico e sulla materia tiene corsi, incontri e conferenze in sedi pubbliche e private tra cui molte Facoltà universitarie. In qualità di saggista ha pubblicato tra l’altro due volumi: Fotografia. Elementi fondamentali di linguaggio, storia, stile (2011) e Fotografia araba fenice. Note sparse tra fotografia, cultura e il mestiere di vivere (2014). Sue opere sono conservate presso collezioni private e istituzioni pubbliche tra cui il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo. Recentemente ha pubblicato il volume di riflessioni BuonaDomenica# ed è direttore della rivista semestrale FCFOTOGRAFIA E[È] CULTURA