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La città: il luogo della rappresentazione umana

Avere un pensiero completo sulla città significa riflettere sulla natura e sulla condizione umana, visto che la città può essere considerata, a ragion veduta, la più grande invenzione dell’uomo e il più complesso fenomeno culturale di ogni tempo. Peraltro, gli uomini non sono più in grado di vivere in altri luoghi e le città ormai ospitano più del 50% della popolazione mondiale. Cambiano di continuo e con una tale rapidità da non permetterci più un naturale adattamento alla loro vita, e quello a cui stiamo assistendo sembra una strada senza ritorno.

©Diego Bardone
©Diego Bardone

Le città potrebbero tranquillamente fare a meno di noi o, all’opposto, essere noi non più all’altezza della loro sfrenata attività. Ormai sono metropoli dalla tecnologia così spinta – e per  questo vengono chiamate “smart” – da illuderci della loro intelligenza e della possibilità che possano gestire anche la complessità della vita. Le stiamo immaginando capaci di addizionare e accelerare informazioni su informazioni, o essere più efficienti in funzione della loro dimensione, visto che le città grandi consumano proporzionalmente meno di quelle piccole; o ancora, abilitate magari a ridurre le contraddizioni umane, annullandone le diversità. In primis la loro e dopo la nostra.

©Roberto Besana

Ma ogni diversità di cultura che scompare riduce la nostra cassetta degli attrezzi, utile per trovare gli strumenti necessari alla sopravvivenza. La domanda, a questo punto, è quella di chiederci a cosa servano le città e, se siano ancora i cittadini al centro della loro attenzione, perché l’invadenza della tecnica e del pensiero calcolatorio ha ridotto la realtà a ciò che è misurabile e ha preso vigore l’idea del futuro come tecnologia, che per la città potrebbe sintetizzarsi con “machine à habiter”, il motto di lecorbuseriana memoria. La vita umana però non può essere ridotta a ingranaggio meccanico; in realtà è solo “teatro”.

©Cesare Salvadeo

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di Claudio Lucchin

Immagine in copertina: ©Diego Bardone

 

Autore

  • Architetto bolzanino con lunga esperienza professionale anche in ambito educativo. Affronta le sfide progettuali con un approccio umanistico, cercando di comprendere la complessità del mondo amalgamando discipline diverse, per connettere l’empatia umana con gli ambienti di vita. Caratterizza la sua opera nella risoluzione di problemi progettuali complessi e inusuali, come l’ampliamento ipogeo di una scuola superiore (Scuola Hannah Arendt a Bolzano); la rigenerazione urbana di aree industriali di...

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