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La parola all’immagine. Dayanita Singh e la possibilità dell’archivio

«Io porto memoria. Io ricordo. […] Sarà perché ho conosciuto l’amore, e nell’amore ha trovato riparo la mia dignità, che so quanto il portare memoria sia una passione colma di vita, tutta la vita che prospera in un gesto d’amore.»   (Maurizio Maggiani, 2024)

Approcciare al ricordo non è mai cosa semplice. Lasciare che la materia e molteplici frammenti di vita collettiva si facciano spazio tra le maglie di un tempo eterno è già una promessa oltre l’oblio. Tra le grandi sfide del far dell’arte contemporaneo si potrebbe allora annoverare un confronto serrato con le istanze legate alla conservazione. Ancor più, alla selezione. Porre fiducia nella custodia di un archivio ha, difatti, per tempo significato accettarne una selezione a tratti rivendicata. Il più spesso delle volte, sottintesa o argutamente celata. Esser coscienti di questa ambivalenza e di una lotta tacita, combattuta tra carte e memoria, significa farsi voce attiva di unapiù che luminosae saggia riflessione.

Sulla natura profonda della conservazione, per mezzo della raccolta, si è lungamente interrogata la fotografa di origine indiana Dayanita Singh (Nuova Delhi, 1961). A quasi dieci anni da una mostra meravigliosa e dai toni profondi, realizzata negli spazi assai ampi della Fondazione MAST, la sua poetica ha fatto ritorno a Bologna. Al centro di una ricerca vissuta a fior di pelle ancora una volta lo spazio, le carte, le istantanee di una raccolta magica. Approcciando alla bellezza e godendo del mistero insito allospazio di conservazione, Singh con la sua macchina fotografica ha per tempo misurato e dato nuova forma alla cospicua documentazione archivistica conservata presso molteplici archivi sparsi nel mondo. Nell’aprile 2025 e per l’Archivio di Stato di Bologna ecco il condensarsi, come dono permanente, di una delle tanto care installazioni, a cui l’artista ha dato la definizione di Foto-Architetture.

Dayanita Singh: Museum of Machines, Fondazione MAST, Bologna2016 – Courtesy Fondazione MAST

Muovendo nella curiosità e nel desiderio di dar vita a strutture mobili dalle continue possibilità di fruizione poetica e narrativa, la fotografia di Singh sembra privilegiare una lettura stratificata e sempre aperta al cospetto degli eventi, della storia e del quotidiano.

Come ha ben illuminato la grande personale del 2016 e dal titolo Dayanita Singh: Museum of Machines, ad esser protagonisti della poetica d’artista sono spazi e architetture celate, che trasudano di una vitalità e molteplici peculiari caratteristiche, che in solitaria bastano a evocare profonde narrazioni esistenziali. Donando alla percezione un anelito del profondo narrare dei coniugi Becher al cospetto delle possenti e assai spesso abbandonate architetture industriali tedesche, Dayanita Singh intesse composizioni che, con gran maestria e apparente semplicità, riescono a rovesciare stereotipi e visionicategoricamente date.

Attivando occhi nuovi e cangianti su di una terra, l’India, ancor troppo spesso percorsa da narrazioni legate alla prospettiva di un cospicuo passato coloniale, la reporter amante dell’intimità protetta dalle mille braccia dell’archivio, celebra la possibilità di dar una sempre nuova veste alle tracce dell’umano. Il suo sguardo sensibile e libero continua così a ricercare fortini e archivi nella speranza che, come ha scritto Maurizio Maggiani, la memoria possa sempre procedere nella qualità di un peso prezioso, da vestire e rimembrare,giorno dopo giorno,con l’impegno attivo di intravedervi il più indispensabile e imprescindibile dei doni.

Dayanita Singh: Museum of Machines, Fondazione MAST, Bologna2016. Courtesy Fondazione MAST

 

Dayanita Singh: Museum of Machines, Fondazione MAST, Bologna2016. Courtesy Fondazione MAST

di Floriana Savino

Immagine in copertina: Ritratto di Dayanita Singh – Courtesy Fondazione MAST Bologna

 

 

Autore

  • Laureatasi con lode in Arti Visive, è docente di Storia dell’Arte Moderna e Storia della Stampa e dell’Editoria per la LABA di Rimini, di Linguaggi dell’Arte Contemporanea e Storia dell’Arte Moderna per l’Accademia di Belle Arti di Sanremo. Alterna l’interesse per l’espressione artistica alla continua ricerca in ambito architettonico e antropologico-culturale. Attualmente collabora con testate indipendenti e riviste accademiche, che indagano le forme dell’abitare in stretto sodalizio con arte, a...

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