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Le tombe del Regno di Koguryo

Nel cosiddetto “periodo dei Tre Regni”, sulla penisola coreana sorsero i regni di Koguryŏ, Paekche e Silla. Secondo le storiografie cinesi, Koguryŏ fu il primo a formarsi, nel 37 a.C. in prossimità del fiume Yalu. La sua nascita è legata al regno di Puyŏ, un antico regno che occupava i territori dell’odierna Manciuria, di cui sia Koguryŏ che Paekche rivendicheranno le radici. È molto probabile che i regnanti Koguryŏ fossero in origine abitanti di Puyŏ, fuggiti per dissidi interni e rifugiatisi nei territori del regno coreano.

Stele di Kwanggaet’o – Fotografia di Yumeto, CC BY-SA 4.0 Wikimedia Commons

A partire dal IV secolo, Koguryŏ, guidato da re Kwanggaet’o il Grande (r. 319-413), raggiunse la sua massima espansione grazie all’annessione dei territori delle commanderie cinesi, sorte nel 108 a.C., fino a raggiungere i territori dell’odierna Corea del Nord; la capitale sarebbe poi stata spostata a P’yŏngyang con l’intenzione di conquistare anche il sud della penisola. Nel 475 Koguryŏ riuscì a condurre una prima campagna militare contro Paekche, riuscendo a conquistare la capitale, ma successivamente venne sconfitto nel 668 da Silla e gli alleati cinesi Tang. Per quanto riguarda la cultura materiale, di particolare interesse sono le tombe dei sovrani. Le sepolture Koguryŏ erano costituite da dei tumuli, dove il sarcofago in legno veniva riposto su una lastra di pietra, per poi essere ricoperta da altre pietre, formando così la caratteristica struttura piramidale. Tra le più rappresentative di questo genere vi è la Tomba del Generale, considerata da molti la tomba dello stesso re Kwanggaet’o, e che oggi si trova nei territori della città cinese di Ji’an. Le tombe Koguryŏ presentavano un’unica camera funeraria per il sovrano e il coniuge; erano infatti pensate per essere riaperte, motivo per cui, ad oggi, non abbiamo nulla del corredo funerario; inoltre, la maggior parte di esse non presentano iscrizioni. Tuttavia, nel caso di Kwanggaet’o vi è un altro monumento molto importante, ovvero la stele di Kwanggaet’o. Fatta erigere dal figlio in suo onore, si tratta di un monolite alto 6,39 metri, per 3,7 tonnellate di peso. È inciso sui quattro lati e presenta circa un migliaio di caratteri, che raccontano non solo le gesta del sovrano e la storia di Koguryŏ fino a quel momento, ma anche il rapporto con i regni di Paekche, Silla e con il popolo di Wa, ovvero il Giappone, rappresentando così uno dei documenti storici più antichi della storia della Corea.

Verso il V secolo notiamo un’evoluzione nelle tombe, che ora presentano le caratteristiche pitture parietali al loro interno. Una delle più famose, e forse anche la più antica, è la tomba di Anak N° 3. È una delle poche tombe Koguryŏ in cui è presente un’epigrafe, per cui sappiamo che è datata 357 e il nome del defunto è Dong Shou. Secondo le fonti cinesi, Dong Shou era un funzionario locale, espatriato dalla Cina per motivi politici e rifugiatosi nei territori di Koguryŏ, di cui divenne funzionario. Analizzando queste pitture è ben visibile l’influenza della cultura cinese. All’interno troviamo infatti il dipinto del defunto e quello della moglie, elemento tipico dell’arte funeraria cinese; l’abbigliamento di Dong Shou e il copricapo richiamano sia elementi tradizionali cinesi che coreani, così come l’abbigliamento della moglie, un tipico guiyi cinese, e l’acconciatura, anch’essa identica a quelle delle donne dei Wei del Nord.

Ritratto di Dong Shou, tomba di Anak N° 3 – Fotografia Wikimedia Commons
Ritratto della moglie, tomba di Anak N° 3 – Fotografia Wikimedia Commons

Di poco successiva alla tomba di Anak, troviamo la tomba di Muyongch’ong, detta anche la tomba dei “danzatori”, datata alla prima metà del V secolo. Le pitture ci mostrano scene della vita quotidiana di Koguryŏ: abbiamo la raffigurazione di personaggi in abiti tipici del tempo, intenti a danzare e a festeggiare in occasione di un banchetto; un pittura raffigurante una battuta di caccia; e una rappresentazione del defunto a una festa organizzata da dei monaci buddhisti, elemento che sottolinea l’insorgere di questa nuova dottrina, arrivata sul territorio sempre tramite l’influenza cinese. Successivamente, a partire dal VI secolo, le tombe Koguryŏ si arricchiscono di altri elementi tipici della tradizione cinese, in particolare il continuo richiamo alle quattro divinità celesti, rappresentanti i quattro punti cardinali.

Scena di caccia, tomba dei “danzatori” – Fotografia Wikimedia Commons

Il sito delle tre tombe di Kangsŏ, datato fine VI secolo inizio VII secolo, si divide in Kangsŏ Daemyo (tomba grande di Kangsŏ); Kangsŏ Jungmyo (tomba media di Kangsŏ) e Kangsŏ Somyo (tomba piccola di Kangsŏ). Quest’ultima non presenta pitture murarie, mentre nelle altre due troviamo alle pareti i quattro guardiani, diffusisi a Koguryŏ grazie all’influenza del Taoismo.

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di Sonia Emanuela Lombardo

Immagine in copertina: Tomba del Generale, tomba di re Kwanggaet’o, Ji’an –  Fotografia di Prcshaw, CC BY-SA 4.0  Wikimedia Commons

Autore

  • Traduttrice freelance specializzata in turismo e belle arti e studentessa magistrale in Lingue e Civiltà Orientali all'Universita "Sapienza" di Roma. Studia lingua giapponese, storia, arte e archeologia dell'Asia orientale con un focus sulle relazioni tra Giappone e Corea in età antica. Studiosa dell'uso e dell' evoluzione dei caratteri cinesi in Giappone e Corea.

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