Vai al contenuto

Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa

In occasione dell’apertura dei nuovi spazi espositivi di Palazzo dei Diamanti è stata allestita una grande esposizione che rende omaggio al Rinascimento ferrarese attraverso due suoi grandi maestri: Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa. Una mostra curata da Vittorio Sgarbi e Michele Danieli, visitabile fino al 19 giugno 2023. A seguito di un complesso intervento di restauro e riqualificazione, Palazzo dei Diamanti ha riaperto i battenti il 18 febbraio 2023. L’esposizione costituisce la prima tappa di un progetto più ampio e ambizioso intitolato “Rinascimento a Ferrara 1471-1598, da Borso ad Alfonso II d’Este”, che indagherà la vicenda storico-artistica del periodo compreso tra l’elevazione della città a ducato e il suo passaggio dalla dinastia estense al diretto controllo dello Stato Pontificio. Gli altri momenti del percorso sono dedicati ai grandi protagonisti di quella stagione: Mazzolino e Ortolano, Dosso e Garofalo, Girolamo da Carpi e Bastianino.

Ercole de’ Roberti, Madonna con il Bambino, 1495, Olio su tavola, cm 33 x 25 Berlino, Gemäldegalerie, Staatliche Museen zu Berlin
Lorenzo Costa, San Sebastiano, c. 1492-93, Tempera su tavola, cm 55 x 49 Firenze, Gallerie degli Uffizi

Le oltre cento opere esposte, provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo, offrono al pubblico un’occasione unica, e forse irripetibile, per scoprire (o riscoprire) l’arte di due grandi interpreti del Rinascimento italiano: Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa. Dotato di un incredibile talento compositivo, straordinario per qualità ed espressività emotiva, Ercole de’ Roberti (Ferrara c. 1450 – 1496) era l’erede dell’Officina ferrarese, il più giovane e intelligente tra quanti parteciparono al clima culturale di Palazzo Schifanoia, negli ultimi anni del governo di Borso che proprio allora riceveva il titolo di duca (1471). Operò a più riprese a Bologna, dove lasciò un’impronta profondissima, ma non vi è dubbio che a Ferrara trovò l’ambiente più adatto in cui esprimersi durante l’ultimo decennio della sua vita, trascorso alle dipendenze della corte.
Fu Lorenzo Costa (Ferrara 1460 – Mantova 1535), di dieci anni più giovane, a raccoglierne l’eredità e a continuarne lo stile nelle opere giovanili. Ma durante un lungo soggiorno a Bologna la sua pittura mutò in direzione di una maggiore morbidezza, di una classicità calma e distesa. Il mondo stava cambiando, Leonardo e Perugino stavano imponendo una nuova “maniera”, che Costa comprese subito e della quale fu tra i maggiori interpreti, anche dopo il trasferimento a Mantova alla corte dei Gonzaga.

Vicino da Ferrara, Crocifissione, c. 1465, Olio su tela, cm 312 x 214 Parigi, Musée des arts décoratifs

I visitatori possono seguire la carriera di Ercole attraverso oltre venti opere (di gran lunga il numero maggiore mai riunito), dagli esordi alla compiuta maturità. Tra le prove giovanili sono presenti gli scomparti del polittico Griffoni, eseguito a fianco di Francesco del Cossa, e i luminosi Ritratti di Giovanni II e Ginevra Bentivoglio, che giungono da Washington, una commissione che sancisce il prestigio raggiunto nella vicina Bologna. Le sale dedicate agli ultimi anni, quando Ercole dopo il rientro in patria era divenuto pittore di corte degli Este, sono impreziosite da quattro dipinti di rara raffinatezza, grazie al prestito eccezionale concesso dalla National Gallery di Londra: oltre al dittico che appartenne alla duchessa Eleonora d’Aragona, la Raccolta della manna e l’Istituzione dell’Eucarestia, forse provenienti da una chiesa ferrarese.

Ercole de’ Roberti, Dittico Bentivoglio (Giovanni II e Ginevra Bentivoglio), 1473-74, Tempera su tavola, cm 54 x 38, 1, 53,7 x 38,7 Washington, National Gallery of Art, Samuel H. Kress Collection
Ercole de’ Roberti, Adorazione dei pastori, 1486-93 Tempera su tavola, cm 17,8 x 13,5 Londra, National Gallery

Dal Kimbell Art Museum di Forth Worth arriva la tavola con Porzia e Bruto che sarà ricongiunta alla compagna con Lucrezia, Bruto e Collatino della Galleria Estense di Modena. Non meno ricca la selezione di lavori di Costa, che prende avvio dal periodo giovanile, durante il quale il pittore è impegnato in un fruttuoso confronto con Ercole, come dimostrano le Storie degli Argonauti qui riunite per la prima volta. Questa fase, che passa attraverso capolavori come la Natività del Musée des Beaux-Arts di Lione, trova un termine e una sintesi in una serrata successione di straordinarie pale d’altare degli anni Novanta del Quattrocento. Per illustrare il Costa più classicheggiante e pacato è in mostra una serena Sacra Famiglia dal Museo di Toledo in Ohio; mentre per documentare il periodo mantovano, finora meno frequentato dagli studi, intervengono la Santa Veronica del Louvre, il Ritratto di cardinale del Minneapolis Institute of Art, sino all’ultima opera nota, la Madonna e santi della chiesa di Sant’Andrea a Mantova, datata 1525.

Ercole de’ Roberti, Porzia e Bruto, c. 1490-93, Olio su tavola, cm 48,7 x 34,3 Fort Worth, Kimbell Art Museum
Lorenzo Costa, Fuga degli Argonauti dalla Colchide, c. 1483, Tempera e olio su tavola, cm 35 x 26,5 Madrid, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza
Lorenzo Costa, Natività, c. 1494, Olio su tavola, cm 64,5 x 85,8 Lione, Musée des Beaux-Arts
Lorenzo Costa, Ritratto di cardinale nello studio, c. 1518-20, Olio e tempera su tavola, cm 81,9 x 76,2 Minneapolis Institute of Arts, The John R. Van Derlip Fund and The William Hood Dunwoody Fund

I due protagonisti sono affiancati da maestri nobili e da compagni di viaggio contemporanei: Mantegna, Cosmè Tura, Nicolò dell’Arca, Marco Zoppo costituiranno il punto di partenza, mentre Antonio da Crevalcore, Guido Mazzoni, Boccaccio Boccaccino, Francesco Francia e Perugino offrono una sponda di dialogo lungo il percorso espositivo.

Immagine di copertina: Ercole de’ Roberti La raccolta della manna, 1493-96 Tempera su tavola, cm 28,9 x 63,5 Londra, National Galler