Corpi mitologici, volti enigmatici, figure femminili emergono dal vetro come apparizioni sospese tra antico e presente, tra materia e spirito, tra dolore e bellezza. Si tratta delle opere che compongono la mostra “Mediterraneo – Trasparenze tra storie e miti” dell’artista Silvio Vigliaturo, inaugurata a Catanzaro venerdì 24 ottobre 2025 all’interno del Complesso monumentale San Giovanni.

La mostra, visitabile gratuitamente fino al 7 dicembre 2025 e curata da Antonella Bongarzone, dà inizio agli eventi del Premio Carlino d’Argento, fondato da Yves Catanzaro e giunto quest’anno alla sua ottava edizione, la cui giornata conclusiva si terrà il 21 dicembre con la cerimonia di premiazione al Teatro Politeama del capoluogo calabrese.

Silvio Vigliaturo, nato ad Acri (CS) e stabilitosi a Chieri (TO), dove pulsa il cuore della sua attività creativa, è tra i massimi esponenti della vetro-fusione, in grado di trasformare la materia e domare la forza generatrice del fuoco, nei forni della sua bottega artistica. Dà vita a sculture fluide, flessuose, lisce e trasparenti, in cui il magistrale uso del colore trova la sua estrema esaltazione.

I Generali, rappresentazione imponente e marziale dei guerrieri dei racconti epici di Omero, nella loro esuberante e variopinta maestosità; le due coppie ancestrali della tradizione ebraico-cristiana, Adamo ed Eva e Abramo e Sara, simbolo dell’essenza stessa del matrimonio come inscindibile legame d’amore; Il grande nido in cui avviene una silenziosa, ma inevitabile, mescolanza di razze e popoli per dare vita a una nuova cultura di insieme; le figure mitiche come Briseide, Elena e Nausicaa che assumono una dimensione sospesa e universale tra fascino e pericolo; Mediterraneo, in cui il fico d’india, capace di radicarsi nei terreni più aridi, simboleggia resistenza e vitalità: sono soltanto alcune delle opere che si susseguono negli spazi espositivi.

«Questi miei lavori nascono dal dialogo silenzioso con il tempo, un ponte sottile tra lo spazio dell’opera e il mio tempo interiore, tra l’istante che scivola e l’eternità che lo abbraccia. Attraverso di essi, esploro territori sfuggenti, luoghi sospesi dove la spiritualità antica e l’alchimia del fare si fondono, trasformando materia e colore in strumenti di meraviglia e disorientamento. Ogni figura, ogni scheggia di vetro colorato, ogni sovrapposizione di segni custodisce una storia, un pensiero, un mio respiro che si apre lentamente allo sguardo di chi osserva. Così, le opere diventano un corpo vivo» – spiega Vigliaturo descrivendo il suo Mediterraneo come «un orizzonte in continuo movimento, popolato da presenze che trascendono il tempo. Qui convivono tracce di antiche civiltà, luci che filtrano tra le pietre e il mare, mescolandosi a storie invisibili».

Yves Catanzaro, presidente dell’associazione Premio Carlino d’Argento e promotore dell’evento, riconosce a Vigliaturo la capacità di «trasformare il vetro, materia fragile e al tempo stesso resistente, antica e contemporanea, in un linguaggio universale, capace di parlare a ciascuno di noi. Le sue opere sono visioni che attraversano il tempo, dove mito e memoria si fondono con l’attualità, aprendo spazi di riflessione sulla condizione umana, sulle nostre radici e sul nostro futuro».

La mostra “Mediterraneo – Trasparenze tra storie e miti” rappresenta un’occasione unica per esplorare il bagaglio di conoscenze e contaminazioni di Vigliaturo, alimentato in anni di esperienze ad ogni latitudine, da New York a Tokyo. Come illustra Antonella Bongarzone, curatrice della mostra, «ogni rifrazione diventa un racconto, ogni scintillio un bagliore: il vetro stesso si trasforma in scrittura radiante, in segno poetico che unisce antico e contemporaneo, nel simbolo tangibile di una bellezza che si rigenera ogni volta che incontra la luce».
