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Una mostra-racconto sui Bassano. Storia di una famiglia di pittori

I Bassano, che storia! A raccontare, al Museo Civico di Bassano del Grappa (VI), le vicende della dinastia dei Bassano, sono non solo le loro opere, ma le parole di Melania Mazzucco. Il tutto a creare un’inedita mostra-racconto, che sarà in scena, ai Musei Civici, dal 3 dicembre al 2 maggio 2023, sotto la regia scientifica della direttrice Barbara Guidi. Nessun pannello storico artistico, nessuna didascalia che vada oltre l’essenzialità, solo le meravigliose creazioni dei Bassano e l’intenso filo del racconto della vita dei Dal Ponte, poi noti al mondo appunto come “i Bassano”, protagonisti indiscussi della pittura del Rinascimento veneto.

Francesco Dal Ponte il Giovane, Orazione nell’orto, olio su tela, 1590 ca. – Bassano del Grappa, Museo Civico

La loro epopea ebbe inizio con la discesa, correva l’anno 1464, a Bassano del Grappa di Jacopo di Berto, conciatore di Gallio, nell’Altopiano di Asiago. Giunto sulle rive del Brenta, Jacopo trovò dimora in Contra’ del Ponte da cui deriverà il cognome futuro della celebre famiglia di pittori.

Francesco Dal Ponte il Giovane, Ritratto di un cavaliere di Malta, olio su tela, 1590 ca. – Bassano del Grappa, Museo Civico

Suo figlio Francesco, poi detto il Vecchio perché primo della dinastia, cominciò ad avventurarsi nell’arte della pittura, era un’alchimista dilettante, cartografo e decoratore più che grande artista; Francesco dette vita a creazioni d’arte sacra che rispondevano alle richieste del mercato locale avviando un’eterogenea, attivissima bottega. Qui collaborano i figli, Giambattista e Jacopo, giovane di immenso talento che, con il suo pennello, avrebbe scritto pagine indelebili della storia dell’arte e della pittura, italiana e non solo. Genio mite e riservato, è a lui che si deve il cambio di passo, e quella che sino ad allora era soprattutto una forma di artigianato decorativo prende la valenza di grande arte.

Francesco Dal Ponte il Vecchio, Madonna in trono tra i Santi Paolo e Pietro, 1519
Gerolamo Dal Ponte, Cristo innalzato sulla croce, olio su tela, fine del XVI sec.

Arte coltivata, con successo, anche dai suoi figli – il talentuoso e melanconico Francesco il Giovane, Giambattista, e poi i diligenti Leandro e Gerolamo, fino al nipote Jacopo Apollonio che disegnava di nascosto – ai quali “il Bassano” seppe trasmettere amorevolmente la sapienza e la poesia della sua arte. I loro dipinti, ammantati da un ineffabile “mistero del quotidiano”, conquistarono il mercato internazionale: grandi quadri di devozione sacra destinati alle chiese, ma anche ritratti, commoventi notturni e intense pastorali che, dalla piccola Bassano, giunsero ad arricchire le grandi collezioni reali, da quella di Rodolfo II a Praga, alla Madrid di Filippo II, giungendo fino alle Americhe.

Jacopo Dal Ponte, Fuga in Egitto, 1534

Una storia che si conclude quando Jacopo Apollonio, formatosi sotto la guida dello zio Leandro, realizza le ultime repliche prodotte sui disegni e i modelli del nonno Jacopo. La storia dei Bassano, una vera e propria epopea per immagini iniziata sul finire del Quattrocento, esce così di scena avendo all’attivo oltre un secolo di grandissima fortuna.

Jacopo Dal Ponte, Il Presepe di San Giuseppe, dettaglio, 1568

I visitatori si muoveranno di opera in opera (e di opere dei Bassano se ne ammireranno ben 40 oltre a oggetti e documenti preziosi), sull’onda emotiva delle parole del libro della scrittrice Melania Mazzucco, Premio Strega e autrice di celeberrimi romanzi storico-artistici quali La lunga attesa dell’angelo e L’architettrice. Si tratterà di un libro d’autore, edito dagli stessi Musei Civici di Bassano del Grappa in un’edizione limitata, da collezione. Ad arricchire ancor più il racconto visivo, alle opere saranno affiancati, in alcuni casi, oggetti o libri (come il Libro dei conti della bottega, o il quaderno di esercizi alchemici di Francesco il Vecchio, o un erbario del Cinquecento che dialoga con le piante dipinte da Jacopo nella Fuga in Egitto, la preziosa Croce decorata del Filarete, capolavoro dell’oreficeria sacra del Quattrocento, ecc.).

Jacopo Dal Ponte, San Martino e il povero con Sant’Antonio abate, olio su tela, 1578 ca. – Bassano del Grappa, Museo Civico

Alla dimensione visiva delle opere si affianca dunque la forza della dimensione narrativa: due livelli che si compenetrano e si completano a vicenda. Testo e opere godono in mostra della stessa dignità, sono un unicum. A spiegare questo evento davvero raffinato, è la direttrice dei Musei bassanesi: «L’idea di questa collaborazione con Melania Mazzucco nasce dal desiderio di far conoscere, in un modo nuovo, inedito e sorprendente, l’inestimabile patrimonio conservato nei nostri Musei Civici, facendo entrare il visitatore nelle opere di questi grandi protagonisti della pittura veneta del XVI secolo anche attraverso le storie e vicissitudini dei loro autori e dei luoghi che hanno nutrito la loro opera; raccontando le passioni e le aspirazioni di Jacopo Bassano e dei suoi figli con parole d’autore si potrà dunque comprendere il senso più profondo e poetico della loro grande arte».

Jacopo Dal Ponte, San Valentino battezza Santa Lucilla, 1575 ca.

Immagine di copertina: Jacopo Dal Ponte, Sidrac, Midrac e Abdenago nella fornace ardente, dettaglio, 1536.