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Vasco Ascolini. Fotografia e teatro

Qualsiasi immagine fotografica è innanzitutto testimonianza di una condizione “teatrale”, sia degli elementi statici (paesaggio, architetture, oggetti) che del comportamento dinamico dell’uomo, preordinati culturalmente nello spazio esistenziale, che il fotografo osserva, come in un diorama, dal vertice di un cono mobile del quale è in grado di modificare l’ampiezza e la profondità secondo un progetto di visualizzazione e di comunicazione che coinvolge la sua stessa ideologia e gli consente di decontestualizzare gli elementi che ritiene significativi, delimitati e simultaneamente scanditi dal gesto fotografico, e infine restituiti mediante il codice bidimensionale della fotografia.

Shochiku Kabuki, Shunkan Karozuka, 1981
The Lindsday Kemp Company, Flowers, 1979

L’effimero, ma sostanziale, happening quotidiano trova nella fotografia un luogo di deposito che ne consente la lettura e la meditazione, e dove si fissano i momenti “decisivi” (De Retz o Cartier-Bresson), salienti comunque, in quanto estratti dall’inesauribile sceneggiatura che ritma il copione del tempo, dove non si presuppone altro se non l’analisi del suo mistero che cerca conferma nei segni della realtà, ed ora anche con il conforto della fotografia.

Ballett Jakobson di Leningrado Miniature coreografiche, 1981

L’universo del teatro, scrive Nicolas Treatt (Pour la photographie, Paris 1983), capovolgendo il luogo comune che propone la realtà come spazio scenico della comédie humaine, è però “un mondo altrettanto reale di quello della strada…”; la fotografia di teatro sarebbe quindi, come genere, assurda quanto ogni altra analoga categoria, da considerare invece più semplicemente come frammento della grande performance spazio-temporale, di cui anche il fotografo è parte integrante con una sua connotazione, voyeur per antonomasia qual è, e quindi un’insopprimibile vocazione a prenderne coscienza tramite lo sguardo.

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A cura di Roberto Besana – Testo di Italo Zannier (storico dell’arte e della fotografia) tratto da Vasco Ascolini, catalogo della mostra, a cura di P. Jay, Musée Nicéphore Niépce, Chalon-sur-Saône, 23 settembre – 6 novembre 1989

Immagine in copertina: Marcel Marceau, Pantomime di stile, 1980

Autori

  • Nato a Monza, risiede a La Spezia. Un lungo passato da manager editoriale giunto sino alla direzione generale della De Agostini, coltiva la sua passione per la fotografia operando per lo sviluppo e realizzazione di progetti culturali attraverso mostre, convegni, pubblicazioni. Nella sua fotografia riverbera la sensibilità ai temi ambientali per i quali è attivo nella diffusione di conoscenza e rispetto. Le sue immagini sono principalmente “all’aria aperta”, laddove lo portano i passi. Ambiente e...

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  • Primo in Italia ad essere titolare di una cattedra di "storia della fotografia" ha insegnato allo IUAV e alla facoltà di Lettere dell'Università Ca' Foscari. Ha insegnato anche al DAMS di Bologna, alla facoltà di Beni culturali di Ravenna e all'Università Cattolica di Milano. È membro della “Sociètè Europeènne d'histoire de la Photographie”. Ha pubblicato più di 500 libri tra cataloghi e pubblicazioni storiche e scientifiche. Ha ricevuto la laurea honoris causa in Conservazione dei beni cultural...

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