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I disegni di Max Marra

Il disegno è l’espressione più diretta e spontanea dell’artista: una specie di scrittura: rivela, meglio della pittura, la sua vera personalità. 

(Edgar Degas)

Per Cennino Cennini, cui dobbiamo il primo libro organico sulla produzione artistica, il disegno era “fondamento di tutte le arti” e rappresentava il momento formativo centrale per l’artista. Per i neoplatonici umanisti, il disegno era inteso come proiezione e visualizzazione dell’idea formata nella mente dell’artista, il momento primo e supremo della genesi dell’opera d’arte.

Dall’album “Chine”, 1990

Non poteva essere diversamente visto che, eredi ed esegeti del pensiero platonico, consideravano di maggiore pregio ciò che è vicino all’idea e di valore inferiore ciò che è vicino alla materia. Per loro, il disegno è atto mentale, più astratto dell’opera conclusa, pittorica o scultorea o architettonica che fosse.

Giorgio Vasari, il primo storico dell’arte e non a caso fondatore dell’Accademia del disegno di Firenze nel 1563, considerava il disegno “padre” delle tre arti (pittura, scultura e architettura), proprio per la sua funzione di rendere visibile l’invisibile, di materializzare l’idea dell’artista; in altre parole, lo identificava con l’ideazione e l’invenzione. Dopo la lezione vasariana, il disegno non viene più semplicemente considerato come una capacità acquisibile con lo studio o l’esercizio ma quasi alla stregua di un dono divino.

Dall’album “Book Rosso”, 2002

Particolarmente suggestiva e illuminante è la posizione di Federico Zuccari, primo Principe nel 1593 della celebre Accademia di San Luca di Roma, il quale si spingeva ancora oltre nel sostenere che, all’opera, preesisteva sia un’immagine spirituale formatasi nell’anima dell’artista – e chiamava questa immagine spirituale “disegno interno” –, sia il disegno esterno, che del primo è la realizzazione materiale attraverso la linea.  Il disegno, in questa concezione, diventa espressione del talento intellettuale e immaginativo dell’artista che necessariamente precede la realizzazione estetica esteriore.

Dall’album “Andalusia”, 2019-2020

Leonardo da Vinci, che era interessato precipuamente agli aspetti più propriamente scientifici, vedeva nel disegno un formidabile strumento di conoscenza e di indagine della natura, ritenendolo non soltanto il fondamento di tutte le arti ma anche lo strumento di tutte le scienze: anatomia, botanica, ingegneria, fisiognomica, geologia, urbanistica, meccanica. Non disgiuntamente da questa visione applicativa, Leonardo pose in luce anche la dimensione progettuale del disegno.

Dall’album “Noi e gli altri”, 2009

Michelangelo considerava il disegno un campo di assoluta libertà perché poteva dare forma a qualunque sua idea senza confrontarsi con la materia perché era consapevole che tra l’idea e la sua materiale realizzazione vi era necessariamente uno scarto di perfezione, maggiore nella prima e minore nella seconda.

Con Raffaello, poi, si ha la prova plastica, concreta, di come l’artista, diventato ormai un intellettuale a tutto tondo, si concentri solo sulla parte ideativa che si esplica nella creazione dei disegni e lasci ai suoi collaboratori la realizzazione delle opere che da quei disegni sono tratti. L’idea di separare invenzione ed esecuzione avrà una grande fortuna e per molti aspetti continua anche fino ai nostri tempi.

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di Domenico Piraina

Le fotografie delle opere di Max Marra sono di Luigi Angiolicchio

Immagine in copertina: dall’album “Chine”, 2021

Autore

  • Laureato in materie letterarie all’Università Cattolica di Milano e in Scienze dell’Amministrazione all’Università degli Studi di Milano, completa la sua formazione accademica con Master di II livello in Management Pubblico presso il Politecnico di Milano. La formazione storico-artistica-letteraria unita agli studi giuridico-economici gli consentono di intraprendere una significativa carriera nella direzione dei musei diventando uno dei manager culturali e dei museologi più noti in Italia e con...

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