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I mosaici Polaroid di Maurizio Galimberti che rileggono la realtà

“Tra Polaroid/Ready Made e le Lezioni Americane di Italo Calvino”: questo è il titolo dell’interessante mostra del fotografo Maurizio Galimberti, curata da Denis Curti e visitabile sino al 10 agosto a Le Stanze della Fotografia di Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore.

Allestimento della mostra “Tra Polaroid/Ready Made e le Lezioni Americane di Italo Calvino”, Venezia – Fotografia: Matteo De Fina

La mostra si articola in un percorso organizzato in sei sezioni – Cenacolo, Storia, Sport, Ritratti, Taylor Swift e Luoghi – dove il fotografo, internazionalmente famoso  per i ritratti di star, presenta la poliedricità creativa delle sue fotografie scattate con la Polaroid.

Messico (4), lastra Polaroid, 2002, 40x50cm. By Maurizio Galimberti/Archivio M.G. – N.308
Taylor Swift (1), lastra Polaroid, 2024, 50x54cm. By Maurizio Galimberti/Luchi Collection

Il riconoscimento mondiale della sua arte giunge nel 2003 quando il Time Magazine pubblica il suo ritratto di Johnny Depp, il primo di una lunga serie dedicati ad Alberto Giacometti, Robert De Niro, Lady Gaga, Umberto Eco, Anjelica Huston, Barbara Bouchet, Salma Hayek e molti altri. In mostra anche gli inediti dedicati a Taylor Swift.

Johnny Depp, lastra Polaroid, 2015, 50x60cm. By Maurizio Galimberti/Photomovie
Isabella Rossellini, lastra Polaroid, 2003, 50x60cm. By Maurizio Galimberti/ Photomovie

Galimberti, nato a Como nel 1956, vive e lavora a Milano; viene nominato Istant Artist ufficiale di Fuji Italia ma già nel 1983 è affascinato dalle possibilità creative della Polaroid e quindi continua la sua ricerca nell’ambito della fotografia istantanea. Il ritratto del figlio rimane uno dei primi esperimenti fotografici dove utilizza la tecnica del “Mosaico Fotografico” che lo ha reso uno dei maggiori esponenti della Istant Art e fondatore del movimento Dada Polaroid. Nel 1991 diventa testimonial ufficiale di Polaroid Italia e nel 1992 ottiene il prestigioso premio Gran Prix Kodak Pubblicità Italia. Come osserva Denis Curti: “Le sue invenzioni tecniche, le manipolazioni, i ready-made e i mosaici non sono altro che la metafora di un linguaggio trasversale che non passa attraverso il filtro della razionalità e proprio per questo diventa emozione. In ogni suo scatto c’è una precisa gestualità, un’azione visuale che trova la sua sintesi all’interno della definizione di “Instant Artist”, inventata dallo stesso Maurizio per descrivere la sua produzione…”

Cenacolo, lastra Polaroid, 2018, 252x50cm. By Maurizio Galimberti/Luchi Collection

Affascinato dalle avanguardie storiche – futurismo e cubismo per le forme e lo spirito, surrealismo e dadaismo per i modi – nelle sue immagini fraziona la realtà, la analizza e la ricompone in un caleidoscopio di immagini. Fotogrammi frantumati che indagano visi da ritrarre scomposti e ricomposti, ritratti inconsueti che scandagliano esistenze facendoci scoprire ciò che non avevamo visto.  Anche i luoghi  – da quelli del cuore come il lago di Como e Parigi a Lisbona, New York, Palermo… – si trasformano in visioni nuovamente frammentate, montate e rimontate in collage fotografici che presentano nuove realtà visive. Inconsuete città che ricordano altre città già viste ma qui rinascono con la forza visiva di una metamorfosi estrema.

Allestimento della mostra “Tra Polaroid/Ready Made e le Lezioni Americane di Italo Calvino”, Venezia – Fotografia: Matteo De Fina

Hanno ispirato Galimberti i collage fotografici di David Hockney – che hanno segnato una intensa rottura nel linguaggio fotografico classico – ma anche le opere futuriste di Boccioni, le opere ready made di Man Ray e Marcel Duchamp, le   Lezioni americane di Italo Calvino che ha reinterpretato l’esistente regalandogli nuove interpretazioni.

La mostra è organizzata e promossa da Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini in partnership con la Fondazione di Venezia, San Marco Group, Fontana Gruppo e Fondazione Ferrarelle.

lestanzedellafotografia.it/

di Laura Malaterra

Immagine in copertina: Charlotte Gainsburg, lastra Polaroid, 50x50cm, 2003. By Maurizio Galimberti/Photomovie