La violenza è tra le poche cose che non possono essere giustificate né perdonate… solo condannate e punite. Donne, uomini, anziani, bambini nessuno ne è immune; chiunque può essere travolto da essa. Ferocia, crudeltà, brutalità, furia, furore, aggressività, veemenza, impeto, irruenza, virulenza, sopruso, abuso, prepotenza, maltrattamento, sopraffazione, costrizione, violazione, stupro, abuso, persecuzione, oppressione, angheria, offesa, soperchieria, coartazione, tutti i termini per indicare diversi tipi di violenza: fisica, verbale e morale.
Il 25 novembre si celebra la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, ufficializzata dall’Assemblea Generale dell’ONU a Bogotà nel 1981, sancita a seguito del martirio delle sorelle “Las Mariposas”: Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, giovani madri ribelli, attiviste contro il regime dominicano. Il loro ultimo battito d’ali scatenò un uragano, la popolazione insorse trucidando il dittatore Trujillo.
“La violenza finirà per essere sconfitta” (Bruce Lee)
Non svegliamoci da questo sogno: la speranza che un giorno la violenza lasci il posto alla ragione, che dia voce alla parola per la risoluzione dei conflitti verso l’uguaglianza, lo sviluppo e la pace. Ma non solo il 25 novembre, bensì in ogni momento della nostra vita, senza confini geografici, di cultura, di religione.
“Per tutte le violenze consumate su di lei,
per tutte le umiliazioni che ha subìto,
per il suo corpo che avete sfruttato,
per la sua intelligenza che avete calpestato,
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
per la libertà che le avete negato,
per la bocca che le avete tappato,
per le ali che le avete tagliato,
per tutto questo:
in piedi signori davanti ad una Donna”.
(testo attribuito a William Shakespeare)
Testo e disegni di Catia Sardella – https://arteallalloro.blogspot.com/