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Memorie d’Africa

Gli inediti acquerelli presentati in questo articolo sono un vero e proprio racconto realizzato attraverso illustrazioni che hanno impresso nel tempo volti, luoghi e paesaggi d’Africa. È un “reportage disegnato” da Achille Filippo Mazzitelli durante la guerra d’Etiopia, nota anche come campagna d’Etiopia, il conflitto armato che si svolse tra il 3 ottobre 1935 e il 5 maggio 1936 tra il Regno d’Italia e l’Impero d’Etiopia. È il periodo in cui, tra i due grandi conflitti bellici del Novecento, molte potenze europee sfruttano i propri possedimenti d’oltremare; l’Italia adotta invece una politica di conquista coloniale perché, secondo le ambizioni di Mussolini, era giunta l’ora di mettere il paese sul “piano dell’impero”.  I soldati italiani, attraverso il confine eritreo, invasero dunque l’Etiopia dando inizio a una guerra accompagnata da una grande mobilitazione di uomini, mezzi e simbologia propagandistica.

Tra i tanti volontari italiani devoti a Mussolini e alle sue ideologie vi era anche il giovane Achille Filippo Mazzitelli, arruolatosi nelle truppe militari in nome della Patria: partì, lasciando i suoi affetti e la fidanzata, con un bagaglio di speranze, il dubbio del ritorno, un album di fogli bianchi, un astuccio di colori e acquerelli, conscio che gli potessero servire per immortalare momenti salienti ritratti al fronte. Goethe scriveva: “ per sfuggire al mondo non c’è niente di più sicuro dell’arte e niente è meglio dell’arte per tenersi in contatto con il mondo”. E Mazzitelli, pittore e decoratore, artista lo era.

Subito dopo la sua nascita, a Nola, in Campania, la sua famiglia si trasferì a Catanzaro; il padre, infatti, maresciallo della Finanza, per motivi di lavoro era soggetto a trasferimenti. Ma nel capoluogo calabrese trascorsero poi tutto il resto della loro vita.  Achille Filippo Mazzitelli ben presto mise a frutto la sua bravura nella pittura facendone un mestiere: negli anni Quaranta a Catanzaro realizzò i primi manifesti del cinema dipinti a mano; inoltre produceva targhe e cartelloni pubblicitari per le aziende e i negozi della provincia, alcune con l’oro zecchino, quando ancora non esistevano laboratori di grafica e affini. Ritornato in Italia dalla guerra in Etiopia, Mazzitelli portò con sé molti drammi, quelli tipici di una guerra, ma nei momenti di pausa aveva realizzato tanti acquerelli che ritraevano i luoghi, le facce e i ricordi della indimenticabile Abissinia.

La scrittura, negli anni cruenti della guerra, diventò strumento di sopravvivenza per migliaia di soldati; per Mazzitelli lo furono soprattutto i colori, veri compagni fedeli di quelle giornate tristi e violente, testimonianza dei luoghi, volti ritratti e impressi a futura memoria su fogli bianchi di fortuna. Delle tante lettere inviate dal fronte, molte sono andate disperse. Rimangono solo alcuni scritti tramandati ai posteri e, fra tutti, la lettera alla madre: “Madre cara qui ci sono giornate buie, nel fragore dei boati, gli spari dei fucili ti fanno pensare che forse non tornerai più, il fumo si alza denso annebbiandomi i ricordi. Ma resisterò e combatterò per amore della Patria in nome di un ideale portando a termine la mia missione”. E la lettera all’amata fidanzata: “ Mia amata, ti ho promesso che ritornerò, nei momenti bui mi conforta il pensiero di te nel poterti riabbracciare,  nell’azzurro dei tuoi occhi rivedo i miei cieli dipinti”.

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