Dal 30 aprile al 21 maggio 2023 Villa Grimani Valmarana, a Noventa Padovana (PD), negli spazi adibiti alle esposizioni temporanee ospita la mostra di arte contemporanea “Noli me tangere. Dell’inviolabilità del corpo” a cura di Barbara Codogno.
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La mostra, curata da Barbara Codogno, raccoglie quattordici artisti di chiara fama nazionale e internazionale. Enrica Berselli (Modena); Greta Bisandola (Padova); Marta Czok (Polonia); Ruggero D’Autilia (Venezia); Tommaso Giusti (Modena); Maurizio L’Altrella (Milano); Nunzio Paci (Bologna); Federica Poletti (Modena); Stefano Reolon (Padova); Silvia Patrono (Padova); Marco Strano (Padova); Roberta Ubaldi (Terni); Marco Vecchiato (Padova); Elisabetta Vignato (Padova).
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La curatrice è reduce dall’esposizione al Museo degli Eremitani intitolata, “A riveder le stelle”, nata con l’obiettivo di tracciare una linea di continuità tra la pittura medievale e quella contemporanea con Dante e Giotto come faro. “Noli me tangere” si muove con lo stesso intento: la frase, pronunciata da Gesù nel Vangelo di Giovanni, è quanto mai attuale se declinata al rispetto, alla non violenza, alla pace in senso ampio. Una prospettiva che unisce le diverse sensibilità degli artisti coinvolti.
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Giotto, Hans Holbein, Tintoretto, Claude Lorrain, Nicolas Poussin, Beato Angelico, Tiziano, Correggio, Guercino, sono solo alcuni dei tantissimi artisti che, dal Medioevo fino a oggi, hanno omaggiato pittoricamente la frase che sigilla il momento preciso nel quale il Cristo risorto, ancora con sembianze umane, sta trasmutando in puro spirito. Riconosciuto dalla Maddalena, Cristo dice: “Noli me tangere”. Frase tradotta prima in: non mi toccare; successivamente in: non mi trattenere. La curatrice intende così porre l’attenzione sulla dilatazione del tempo in cui la frase scolpisce la storia. L’agonia di Cristo sulla croce, la violenza alla quale è stato sottoposto. La sua epifania umana. Molti pittori hanno rappresentato questa scena del Vangelo come uno sfiorarsi delle dita che tuttavia non si compie mai, evidenziando quindi uno spazio tra i corpi: la distanza tra le mani che diventa il centro magnetico della scena. Questo è uno dei punti sui quali gli artisti sono andati a lavorare: è necessario riconoscere la distanza come elemento fondante per “avvicinare” il corpo dell’altro. Uno spazio sacro che sancisce il rispetto, abolisce la presa e conferma l’inviolabilità dello spazio occupato dall’altro da sé.
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Spiega Barbara Codogno: «Un’ottica specificamente filosofica e antropologica, che aggancia la lettura sacrificale della messa a morte del Cristo, spinge a considerare la frase come un disvelamento che va a consolidare il messaggio cristiano. Non mi fate altro male, mi è stato fatto tutto il male possibile. Cristo con la sua morte ci costringe a fare i conti con i nostri meccanismi violenti: una violenza che agiamo sui corpi, sull’ambiente, sulla natura. Eppure, “Noli me tangere” è anche lo spazio del miracolo. Una trasfigurazione e resurrezione, la creazione di un Uomo nuovo che avverrà solo se sapremo rispettare l’altro, il suo spazio. Senza fargli violenza. Mai».
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Immagine in copertina: Ruggero D’Autilio, Fragmenta, AB 2018, olio e acquerello su tavola, 238×188 cm