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Le atmosfere di Jack Vettriano, ispirate dal cinema noir e dalla pittura di Hopper

Una mostra dedicata al famoso pittore scozzese Jack Vettriano, nato nella contea di Fife nel 1951 da una famiglia di origine italiana e mancato a Nizza proprio quest’anno, il 1° marzo 2025,  diviene un omaggio postumo alla sua arte, molto apprezzata dal pubblico italiano e internazionale.

Jack Vettriano, Night Time Rituals

Ospitata nelle sale di Palazzo Pallavicini di Bologna sino al 20 luglio 2025 e proposta per la prima volta al pubblico italiano, la mostra  ripercorre – in più di settanta opere tra oli, grafiche a tiratura limitata e gli scatti eseguiti nello studio del pittore da Francesco Guidicini ritrattista ufficiale del Sunday Times – la lunga esperienza artistica di Vettriano iniziata per puro caso. Solo a ventun anni infatti, dopo aver abbandonato gli studi e iniziato a lavorare già a quindici anni per diventare assistente minerario, comincia a dipingere da autodidatta dopo aver ricevuto in regalo un set di pennelli e acquerelli. Da allora la sua carriera è in continua evoluzione. Quasi quindici anni più tardi, il primo giorno d’esposizione della sua prima collettiva alla Royal Scottish Academy – quando entrambi i suoi dipinti sono apprezzati e subito venduti – segna l’inizio della suo prestigioso successo, che sarà celebrato nel 2004 dalla Regina Elisabetta che lo ha insignito dell’onorificenza “OBE – Order of the British Empire”  per i servizi alle arti visive.  La sua prima mostra personale dal titolo Tales of Love and Other Stories è del 1992 e nello stesso anno espone alle Mall Galleries di Londra.                      

Jack Vettriano, Homage to Fontana

È il 2004 che può essere considerato “l’anno d’oro” per la sua carriera perché, oltre all’importante onorificenza, il suo dipinto più noto, The Singing Butler, viene venduto da Sotheby’s per quasi 750.000 sterline.

Jack Vettriano, The Singing Butler

Trascorre anni di grandi soddisfazioni e successi:  nel 2008 il lancio della casa editrice Heartbreak e nel 2009 l’apertura a Londra di una sua omonima galleria; nel 2010 l’inaugurazione della mostra di oltre quaranta nuovi dipinti  Days of Wine and Roses; nel settembre 2013 la grande esposizione Jack Vettrian: A Retrospective presso la Kelvingrove Art Gallery and Museum di Glasgow. Fino ad arrivare nel  2022 con la mostra che lo celebra: Jack Vettriano: The Early Years Exhibition, alle Kirkcaldy Galleries. Tra le opere esposte comparivano dipinti giovanili firmati con il nome di nascita dell’artista, Jack Hoggan.

Nella mostra bolognese di Palazzo Pallavicini vengono toccati i temi cari all’artista. I primi – la danza e la musica che lo hanno reso particolarmente celebre al pubblico – sono rappresentati in The Singing Butler che è senz’altro l’opera più iconica, più conosciuta e apprezzata dell’artista ritenuto uno dei più venduti e riprodotti di tutti i tempi. Due danzatori, al centro della scena, ballano con grazia e sono colti in un attimo senza tempo mentre la musica, che dobbiamo immaginare e ci pare di sentire, li avvolge rendendo i loro corpi di una sensualità emotivamente coinvolgente. La donna ci seduce in modo particolare, avvolta in quella sua elegante veste rosso fuoco, volteggia scalza su quell’arenile bagnato dalla pioggia. Solamente la cameriera e il maggiordomo – che nell’immaginazione di Vettriano intona la melodia di “Fly me to the moon”- pare si accorgano di quelle gocce e quel vento che sentiamo sibilare mentre loro cercano di riparare i ballerini con i loro ombrelli che fuggiranno in volo da un momento all’altro.

Jack Vettriano, The Singing Butler

In Dance Me To The End Of Love tre coppie danzano sulla spiaggia. Tutti sono avvolti in abiti eleganti in un’atmosfera di luce rarefatta che crea un’ambientazione onirica dove il sole pare luna e la luna pare un sole evanescente. Con quest’opera Vettriano ripropone le atmosfere raffinate della canzone di Leonard Cohen “Dance Me To The End Of Love” dedicata all’immortalità dell’amore. Un’allegoria della vita dove eternamente si alternano  passato, presente e futuro. Vettriano è anche particolarmente affascinato dalla bellezza femminile che celebra nelle sue opere evidenziando la sensualità, la delicatezza e l’eleganza del corpo delle donne. Ci colpiscono i dettagli che hanno incantato l’artista: rossetti accesi e tacchi vertiginosi, vestiti attillati dove le donne paiono eteree silhouette. Una donna rappresentata come una femme fatale che ci ricorda le dive del cinema con i loro sguardi sognanti, il fascino indimenticato di Greta Garbo, Rita Hayworth e Marlene Dietrich.

Jack Vettriano, The Singing Butler

Altro tema sempre amato è il mare. La spiaggia di Leven, nel Fife dove era nato, compare nei suoi primi ricordi ma diviene anche ambientazione scenografica per alcune delle sue opere più famose, da Billy Boys a Dance Me to the End of Love. La luce, che già aveva interessato all’inizio del XX secolo i coloristi scozzesi – Cadell, Hunter, Peploe, Fergusson – diviene fattore determinante per l’opera del pittore. Una luce che definisce spazi ma indaga e delinea anche la condizione umana con le sue solitudini, le fragilità, la quiete e le tempeste delle vite di tutti.  Barlumi di luce e ombre, chiarori e oscurità si alternano creando bellezza ed equilibrio, così le atmosfere di Jack Vettriano ci immergono in situazioni surreali che ricordano quelle trasognanti di Edward Hopper. Le figure umane, avvolte nella loro staticità fissata in attimi sospesi, sono flash fotografici con rimandi al cinema noir in un equilibrio perfetto tra mistero, armonia di colori, immaginazione e dettagli che divengono, anche loro, protagonisti delle sue oniriche visioni.

La mostra è organizzata e realizzata da Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci della Pallavicini s.r.l., con la collaborazione dell’artista e la curatela di Francesca Bogliolo.

Allestimento della mostra bolognese di Palazzo Pallavicini, 26 febbraio 2025 / 20 luglio 2025

Per informazioni:  palazzopallavicini.com/events/mostra-jack-vettriano/

di Laura Malaterra

Immagine in copertina: Jack Vettriano, Night Time Rituals

Autore

  • Laura Malaterra vive a Genova da diversi anni ma è nata a Torino dove si è laureata in Architettura e, seguendo la sua passione per il teatro, ha fondato con altri attori la ”Compagnia del Bagatto”, compagnia teatrale professionale. Attrice, regista e autrice ha scritto numerosi testi teatrali messi in scena e rappresentati in Italia e all’estero. Ha pubblicato sei libri: Maniaca Seriale (Amazon, 2023), Le Interviste Immaginarie (Albatros, 2021), Ricordi di cibo, il cibo dei ricordi (Robin Edizi...

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