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Antropocene. Riflettere sulla nostra era storica attraverso le opere di Mario De Leo, Max Marra e Giovanni Ronzoni

Siamo tutti consapevoli di essere giunti alla fine di un’epoca e che un’altra sta per cominciare. Preoccupati per un futuro che si presenta incerto, e apparentemente privo di direzioni, ci accingiamo a lasciarci alle spalle un passato intrappolato in una mole di problemi ambientali, sociali, economici, dai quali dovremmo svincolarci per progettare un nuovo modello di vita sociale. Mario De Leo, Max Marra, Giovanni Ronzoni, sono tre artisti che con le loro opere esposte nella Sala Leonardiana del Castello Visconteo Sforzesco di Vigevano intendono stimolare nel pubblico riflessioni, critiche, letture contemporanee di questa Era storica che molte organizzazioni internazionali di geologi, scienziati, climatologi, chiamano Antropocene.

Cortile del Castello di Vigevano (Fotografia di Alessandro Vecchi)

Un periodo caratterizzato da un fortissimo impatto geologico sull’ecosistema, provocato dalle intensa attività tecnologica prodotta dall’Homo Sapiens nel corso dell’ultimo secolo, che ha alterato profondamente gli equilibri del pianeta e creato inevitabili disagi. Le sculture, le installazioni, le opere grafiche di Mario De Leo, Max Marra, Giovanni Ronzoni, esplorano in chiave artistica alcuni degli ambiti in cui questi cambiamenti si stanno manifestando sempre più velocemente nelle nostre vite.

La mostra di Vigevano – curata da Fortunato D’Amico e visitabile fino al 18 aprile – è scandita da tre momenti, organizzati in tre spazi contigui, ognuno dei quali gestito da uno degli artisti che a sua volta ospita e dialoga con gli altri due.

Sale Leonardiane con le installazioni delle opere
Da sinistra a destra: Giovanni Ronzoni, Max Marra, Fortunato D’Amico, Mario De Leo

I tre temi che guidano il pubblico nel percorso espositivo sono quindi i seguenti:

Antropocene – L’Homo Sapiens (spazio gestito da Max Marra)

L’Homo Sapiens, cosi come l’ambiente naturale che ha irresponsabilmente continuato a modificare, alterando insistentemente gli equilibri planetari in essere da tempi antichissimi, si è profondamente trasformato anche sotto il profilo genetico. Più che Homo Sapiens questo animale dal nome intelligente, dovremmo forse chiamarlo “Homo Ignorant”. L’antica saggezza, tramandata attraverso la filosofia, il racconto dei miti, il monito etico e morale del pensiero e delle pratiche spirituali, non sono serviti al moderno Uomo Tecnologico per un avanzamento democratico dell’opera di umanizzazione, disattendendo qualsiasi aspettativa di pacificazione, incrementando invece il desiderio di sopraffazione.

Max Marra, 1988, Omaggio a Pier Paolo Pasolini

Antropocene – L’Homo Sapiens (spazio gestito da Mario De Leo)

Durante L’Era dell’Antropocene la tecnologia ha avuto un ruolo fondamentale nella trasformazione dell’ambiente naturale in un sistema complesso e artificioso. La depauperazione dell’ecosistema di risorse non più rinnovabili, utilizzate per il funzionamento di tecnologie preposte al consumo, ha favorito l’incremento di fenomeni catastrofici, dagli tsunami a oltre duemila miliardi di tonnellate di anidride carbonica riversate nell’aria, che hanno contribuito alla creazione di un enorme buco nell’ozono e accentuato i problemi derivati dal cambiamento climatico. È necessario ritornare all’utilizzo di tecnologie sostenibili che non producano inquinamenti.

Mario De Leo, 2021, Liquida impollinazione cosmica

Antropocene – Il Dramma (spazio gestito da Giovanni Ronzoni)

L’Antropocene è un epoca di drammi e di conflitti. Basti pensare che nel corso degli ultimi cento anni le dinamiche di trasformazione indotte dall’Uomo sul pianeta hanno provocato l’estinzione dell’83% delle specie animali viventi. Inoltre è stata dimezzata la presenza degli alberi di circa il 50%. La corsa alla modernità ha creato conflitti e nazionalismi, superproduzioni di merci e guerre per conquistare il dominio dei territori. Il rosso, colore della vita, del cuore, dell’amore, dell’energia, nell’Era dell’Antropocene è diventato simbolo del sangue versato dall’umanità in nome di una libertà caduta al rango di libertinaggio.

Giovanni Ronzoni, 2010, Terra Santa 415