Un capolavoro di architettura
Vaux-le-Vicomte è la più grande proprietà privata esistente in Francia: si trova nella regione dell’Île-de-France, vicino a Melun a circa 50 chilometri a sud-est di Parigi. La sua costruzione fu avviata nel 1656 per volere di Nicolas Fouquet, sovrintendente alle finanze durante il regno di Luigi XIV.
Il palazzo fu progettato dall’architetto Louis Le Vau mentre la realizzazione dei giardini fu affidata al famoso e visionario architetto paesaggista André Le Nôtre. Fu così edificata una residenza reale senza precedenti, un capolavoro di architettura tra innovazione e sfarzo. Vaux-le-Vicomte venne inaugurata il 17 agosto 1661 con una sontuosa festa a cui presenziò Luigi XIV. La sera dell’apertura tutto era perfetto, sontuoso: una cena organizzata dal famoso cuoco francese François Vatel, una pièce teatrale di Molière e un incredibile spettacolo pirotecnico. Vaux- le-Vicomte era completato: il più bel castello con giardino alla francese apriva le sue porte agli aristocratici e ai più rinomati uomini del mondo della cultura.
Oggi il sito appartiene alla nobile famiglia de Vogüé che si occupa di tutelare questa straordinaria residenza che ha cambiato la storia del paesaggio.
André Le Nôtre: tra genialità e innovazione
Lavorando in stretta collaborazione con l’architetto Louis Le Vau, Le Nôtre, realizza a Vaux-le-Vicomte il più straordinario giardino alla francese del XVII secolo combinando le armonie della natura con la prospettiva, i giochi d’acqua, le sorprese e le illusioni ottiche. Le Nôtre si avvale delle più recenti conoscenze tecniche, scientifiche e artistiche della sua epoca per plasmare 33 ettari di terreno.
I lavori per spianare le colline, costruire le fontane e realizzare il giardino furono davvero ingenti. Alla realizzazione del parco e del castello lavorarono 18.000 uomini. Per alimentare il bacino d’acqua fu addirittura fatto deviare il corso di un fiume, facendo convogliare le sue acque in un tunnel sotterraneo. Furono realizzare delle ardite simmetrie allineate lungo un asse di tre chilometri. Le Nôtre decise di sfruttare la naturale pendenza del terreno a suo favore, creando due grandi parterre e lunghi viali perpendicolari all’asse centrale.
La fuga prospettica, tra equilibrio e compostezza, ben si sposa con questa nuova concezione di giardino formale. Anche l’elemento acqua è stato qui sapientemente studiato. Il viale principale termina davanti a un bacino d’acqua, anch’esso creato con rigoroso geometrismo, al di là del quale scorre il fiume Anqueil.
Non mancano altri motivi d’acqua, fontane e corsi d’acqua, qui inseriti con maniacale precisione come elementi coreografici, ma senza il loro naturale dinamismo che ne avrebbe alterato la perfezione statica del giardino. Questo perfetto rigore, in cui nulla è lasciato al caso, rispecchia l’idea del potere dell’uomo anche sulla natura che può plasmare a suo piacimento. Questa precisione impeccabile tra geometrie ed equilibri ben calibrati, rappresenta la sintesi di una nuova estetica francese dei giardini formali che travolse da li a poco tutta l’Europa.
L’anamorphosis abscondita
André Le Nôtre per la realizzazione dei giardini di Vaux-le-Vicomte impiegò lo stratagemma dell’anamorphosis abscondita (distorsione nascosta), ovvero un’illusione ottica in grado di alterare la percezione della prospettiva. Il risultato per l’occhio umano è quello di percepire gli elementi più vicini di quanto in realtà non siano. Per poter godere appieno di questa artificiosa prospettiva bisogna recarsi sulla scalinata posta sul retro del castello: la percezione sarà quella di avere il giardino ai propri piedi.
Da questo punto lo spettatore non ha modo di vedere la pendenza del terreno: dovrà esplorare personalmente il giardino per rendersi conto che è molto più grande di quanto non gli sia sembrato. Anche la grande fontana da lontano appare distorta con una forma ovale e posta su un terreno sopraelevato: in realtà la sua forma è circolare ed è ubicata su di un piano ribassato.
L’anamorphosis abscondita non esiste in natura ed è stata sicuramente una grande novità per l’epoca. Un effetto prospettico che ancora oggi colpisce il visitatore che può percepirlo solo ad occhio nudo: anche la fotografia non riesce a catturare questa incredibile alterazione ottica.
Tanta bellezza, tanta invidia
Tutto questo sfarzo, innovazione e magnificenza generarono molta ammirazione ma anche non poca invidia. La bellezza della reggia di Vaux-le-Vicomte con il suo sontuoso arredamento, i giardini visionari così perfettamente realizzati da André Le Nôtre non lasciarono indifferente Luigi XIV, il quale voleva primeggiare in ogni campo e ostentare la residenza più bella. Il Re Sole condannò il suo ministro Nicolas Fouquet alla prigione a vita, accusandolo di avere realizzato il maniero con i soldi dello Stato, e si ispirò a questo palazzo e ai suoi incredibili giardini per costruire la reggia di Versailles, simbolo del suo immenso potere. Luigi XIV, dopo aver condannato Fouquet affiderà proprio ad André Le Nôtre la realizzazione dei giardini di Versailles.
Rebecca Pedrazzi – storica dell’arte