Che la cultura sia linfa materiale e spirituale per una comunità è cosa ovvia, che diviene ancora più evidente e terapeutica in periodi critici come quelli vissuti negli ultimi due anni a causa delle restrizioni sociali. Il Teatro Politeama di Catanzaro, nella sua comunità di riferimento, è stato un faro che ha illuminato e rigenerato la speranza della rinascita offrendo momenti culturali variegati e di ottimo livello grazie ad una stagione teatrale ben confezionata che si è conclusa domenica 26 giugno con l’omaggio a Francesco Cilea dei Virtuosi del Teatro alla Scala, diretti da Filippo Arlia.
Una stagione ricca di eventi che ha attraversato la prosa, la danza, la musica, il cinema, la lirica e altri generi di intrattenimento. Il cartellone, riempito dalla passione e competenza del sovrintendente Gianvito Casadonte, e sostenuto dal direttore generale Aldo Costa, ha offerto spettacoli apprezzati da un pubblico ansioso di tornare in platea. Una stagione coinvolgente che ha pure presentato degli eccellenti fuori programma come quello di pochi giorni fa quando sulle tavole del Politeama Foglietti, si è esibita l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI diretta da John Axelrod, a suggellare la bellezza della musica, dell’arte, della cultura.
Dagli illusionismi firmati da Arturo Brachetti alle canzoni di Claudio Baglioni, passando per la grande musica classica (Rachmaninov, Strauss, Beethoven), la danza col Balletto di Milano, la lirica con la Carmen di Bizet, i musical (Ghost, Fabularium), e diverse serate dedicate alla prosa, il Politeama di Catanzaro si è rappresentato quale contenitore saldo del settore culturale.
La stagione teatrale appena conclusa assume anche un valore simbolico dal momento che precede un anniversario importante: il ventennale del Teatro. Il Politeama di Catanzaro, intitolato a Mario Foglietti, è stato infatti inaugurato il 29 novembre 2002, e realizzato su progetto dell’architetto Paolo Portoghesi, nella medesima area su cui sorgeva – sin dagli anni ’30 del secolo scorso – il suo omonimo predecessore. È perciò uno tra i più giovani teatri italiani ma ciò non deve far dimenticare la solida tradizione teatrale che a Catanzaro affonda le radici nell’Ottocento col Teatro Real Francesco I (successivamente Teatro Comunale), demolito nel 1938 dopo 108 anni di vita prestigiosa. Un edificio, quest’ultimo, che appariva la piccola imitazione del San Carlo di Napoli e perciò ribattezzato col nomignolo di Sancarlino. Vi recitarono le migliori compagnie italiane.
Il nuovo Teatro Politeama appartiene all’architettura contemporanea pur essendo inserito nel centro storico cittadino del capoluogo calabrese. Al di là della struttura imponente che salta subito agli occhi, Portoghesi lo ha infarcito di simbologie, segni e metafore che vanno dalla conchiglia che chiude in alto la sala, alle stelle, al cielo, all’acqua, al vento. Cinque gli ordini di palchi, decorati da stelle a sette punte a ricordare le sette note musicali, che ospitano 550 spettatori; la platea ne contiene altri 380, per un totale di 930 spettatori che lo posiziona tra i più capienti in Italia. L’inaugurazione del 29 novembre 2002, avvenuta sotto il verdiano Và Pensiero, ha consegnato all’immaginario collettivo dell’epoca la suggestione della ritrovata libertà di frequentare il teatro. Il Teatro, d’altronde, continuerà ad esistere finché vivrà l’uomo.