Dopo oltre due mesi di navigazione Cristoforo Colombo, a bordo delle famose tre caravelle, può finalmente esclamare “Terra! Terra!”. Sono le due di notte di venerdì 12 ottobre 1492: Rodrigo de Triana, a bordo della Pinta, distingue la costa: la terra raggiunta è San Salvador, nell’attuale arcipelago delle Bahamas. L’equipaggio guidato dal navigatore genovese viene accolto con cortesia dalla tribù dell’isola. L’impresa è passata alla storia come la “scoperta dell’America”, il Nuovo Mondo. Da allora è iniziata una nuova fase geopolitica globalizzata, e nella periodizzazione delle epoche storiche il 12 ottobre 1492 marca il passaggio dall’Età Medievale a quella Moderna.
![I tre velieri in una stampa di Gustav Adolf Closs del 1892](https://www.globusrivista.it/wp-content/uploads/2021/09/I-tre-velieri-in-una-stampa-di-Gustav-Adolf-Closs-del-1892.jpg)
Tuttavia gli studiosi ci informano che la “scoperta” dell’America sarebbe avvenuta attorno all’anno Mille con le spedizioni vichinghe, di cui però non abbiamo documentazione scritta ma solo racconti leggendari e tradizione orale diffusa, nel Medioevo, negli ambienti commerciali e soprattutto in quelli marinareschi. Oggi finalmente abbiamo un dato concreto: una recente ricerca condotta dal Dipartimento di Studi letterari filologici e linguistici dell’Università Statale di Milano, coordinata dal professore Paolo Chiesa e pubblicata sulla rivista “Terrae Incognitae”, ha individuato una possibile e clamorosa menzione di una terra situata al di là dell’Atlantico, in un documento vergato in una scrittura gotica dell’Italia settentrionale e datato 1340, cioè 152 anni prima dell’impresa di Colombo. Si tratta della Cronica universalis del domenicano milanese Galvano Fiamma, cappellano di Giovanni Visconti.
![Galvano Fiamma in una miniatura da Cod. Triv., c. 1r – L’opera appartiene all’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana – copyright © Comune di Milano](https://www.globusrivista.it/wp-content/uploads/2021/10/INGRESSO-46-min.jpg)
Tale territorio corrisponde proprio a quella che oggi conosciamo come America del Nord. Ecco infatti il passaggio dirimente nel manoscritto medievale di Galvano Fiamma:
«I marinai che percorrono i mari della Danimarca e della Norvegia dicono che oltre la Norvegia, verso Settentrione, si trova l’Islanda. Più oltre c’è un’isola detta Grolandia. E ancora oltre, verso occidente, c’è una terra chiamata Marckalada».
Non si può non notare la sovrapposizione toponomastica con la Markland delle saghe norrene. Marcklada, dunque, sarebbe esattamente l’America. E c’era qualcuno, in Italia e non solo, al corrente delle spedizioni vichinghe del passato e quindi del “nuovo mondo” di là dall’Oceano. L’ipotesi più probabile è che Galvano Fiamma abbia appreso questa informazione attraverso i suoi contatti con la città di Genova, i cui marinai, a loro volta, commerciavano con i paesi del Nord Europa e verosimilmente ascoltarono la narrazione delle “nuove terre”.
D’altro canto, vi sono ulteriori tracce di esplorazioni atlantiche fatte da antichi navigatori: http://Globusrivista.it/gli-antichi-navigatori-la-scoperta-dellamerica-prima-di-colombo/
![Planisfero di Cantino, 1502, autore sconosciuto - Modena, Biblioteca Estense](https://www.globusrivista.it/wp-content/uploads/2021/10/Planisfero-di-Cantino-1502-autore-sconosciuto-Modena-Biblioteca-Estense-1024x683.jpg)
Qui il progetto didattico dell’Università di Milano: Ricerca Università Milano
Qui il link alla pubblicazione su “Terrae Incognitae”: Terrae Incognite
![Università degli Studi di Milano - Dipartimento studi letterari, filologici e linguistici](https://www.globusrivista.it/wp-content/uploads/2021/10/Universita-degli-Studi-di-Milano-Dipartimento-studi-letterari-filologici-e-linguistici-1024x330.jpg)
In copertina: Colombo sbarcato nel Nuovo Mondo – Dióscoro Teófilo de la Puebla Tolín (Collezione Museo del Prado)