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L’arte inquieta: una sequenza mai vista di capolavori di grandi artisti del Novecento e dell’oggi

Da Paul Klee, Max Ernst, Alberto Giacometti, Jean Dubuffet a Hans Hartung e Anselm Kiefer; da Antonio LigabuePietro Ghizzardi, Cesare Zavattini a Maria Lai, Alighiero Boetti, Emilio Isgrò, Carla Accardi: sono 140 le opere di grandi interpreti dell’arte del Novecento e dell’oggi esposte dal 18 novembre 2022 al 12 marzo 2023 a Palazzo Magnani di Reggio Emilia attraverso cui poter indagare, come prima mai fatto, “l’Arte Inquieta”.

Alighiero Boetti, Senza titolo, (Afghanistan), 1988, Ricamo su tessuto, 133 x 158 cm – Collezione privata © Fondazione Alighiero e Boetti
Asger Jorn, The only possession, 1960, Olio su tela, 110 x 82 cm – The ALBERTINA Museum, Vienna – The Haselsteiner Family Collection – © Asger Jorn / SIAE 2022  © Photo: Franz Schachinger, Wien (Inv. EDLDB2693)
Carla Accardi, Grande grigio bruno, 1954, Olio su tela, 128 x 158 cm – CSAC, Università di Parma  © Carla Accardi / SIAE 2022

La mostra, intitolata appunto “L’Arte inquieta. L’urgenza della creazione”, curata da Giorgio Bedoni, Johann Feilacher e Claudio Spadoni, è una sequenza mai vista di capolavori di grandi interpreti, anche dell’art brut internazionale e italiana. Accanto ad essi, per la prima volta, le creazioni inedite che provengono dagli Archivi del San Lazzaro, quello che fu il “Manicomio” di Reggio Emilia.

Karel Appel, Senza titolo, 1971, olio su tela, 66,5 x 82,5 cm – Ca’ Ghironda – Modern Art Museum, Zola Predosa (Bologna)
© Karel Appel / SIAE 2022
Maria Lai, Telaio, 1999, Ceramica, pittura, legno, fili e ramo su tavola, 75 x 92 cm – © Archivio Maria Lai / SIAE 2022
Max Ernst, Giovane donna a forma di fiore (Jeune Femme en forme de fleur), 1944 (fusione del 1957), Bronzo, 35 x 35,6 x 21,5 cm
Collezione Peggy Guggenheim, Venezia (Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York)  © Max Ernst / SIAE 2022
Yves Tanguy, In un luogo indeterminato (En Lieu oblique), marzo 1941, Olio su tela, 43 x 71,4 cm – Collezione Peggy Guggenheim, Venezia (Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York)  © Yves Tanguy / SIAE 2022

Al centro di questa mostra, le opere rivelano l’urgenza creativa e la vitalità dei linguaggi dell’arte, necessari all’esplorazione degli infiniti volti ed espressioni dell’identità umana. Un’esposizione dove ad emergere è l’impulso creativo degli artisti, di cui sono frutto opere uniche che sorprendono, stupiscono e coinvolgono il visitatore.

Antonio Ligabue, Autoritratto con torre, 1948, Olio su faesite 52 x 36 cm – Collezione privata
Arnulf Rainer, Splitter, 1971, Pastello e olio su fotografia 60,5 x 50,5 cm – Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto  © MART-Archivio Fotografico e Mediateca
August Walla, Marksteiner..? Großmutter… , 2000, Grafite, matite colorate e penna a sfera su carta 29,6 x 41,9 cm – Casa dell’Art Brut

In ciascuna delle stanze tematiche di questa grande mostra, autori e opere si confrontano per affinità di generi e di linguaggi in un percorso espositivo che indaga la bruciante vitalità dell’artista, la sua inquieta ricerca sull’identità, sospesa tra sguardi sulla storia e l’esplorazione di paesaggi interiori.

Joškin Šilian, HE – SHE, senza data (2015), Acrilico su carta di giornale 50 x 35 cm – Casa dell’Art Brut
Max Sulzbachner, Der Bummler (Il giramondo), 1925, Olio su tela 90 x 80 cm – Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano – Collezione Cantone Ticino
Paul Klee, Seiltänzer (Funambolo), 1923, litografia a colori 432 x 268 mm, 300 esemplari, Kornfeld n. 95 – Collezione privata

«L’arte deve comunicare, lanciare dei messaggi, servendosi  di espressioni forti, barbare, violente, vandaliche. L’arte non è un’immagine piatta, levigata e lucida, che gli acidi emozionali non possano attaccare. Al contrario l’arte graffia e disturba, è stridore, imperfezione e invenzione. Per questo bisogna opporsi al razionalismo che vuole invadere dei territori che non gli appartengono, i territori  dell’immaginario». L’affermazione di Asger Jorn, riverbera quella di Paul Klee che così si esprime: «Più di uno non riconoscerà la verità del mio specchio. Deve comunque rendersi conto che io non sono qui per riflettere la superficie (questo può farlo la lastra fotografica) ma che devo penetrare all’interno. Io rifletto fino all’interno del cuore. Io scrivo parole sulla fronte e attorno agli  angoli della bocca. I miei volti umani sono più reali di quelli veri».

Albert Müller, Testa (Autoritratto), 1926, Olio su tela 66,5 x 57,5 cm – Coira, Museo d’arte dei Grigioni  © BündnerKunstmuseum Chur
Graham Sutherland, Poised Form in a Landscape, 1969, Olio su tela 117 x 170 cm – Collezione Barilla di Arte Moderna, Parma

 

 

Foto sopra e sotto: Carlo Zinelli, Due uomini rossi e occhiali gialli – Due uomini rossi e bicicletta gialla (recto e verso), 1964, Tempera su carta 70 x 50 cm – Fondazione Culturale Carlo Zinelli, Verona

Simone Pellegrini, Usuato Droma, 2020, Tecnica mista (carboncino, pigmenti, olio) su carta da spolvero 93 x 180 cm

L’arte è un sismografo sensibile ai confini incerti, ci interroga sulla natura dell’uomo, su sogni e desideri collettivi, è un viaggio che evidenzia quanto la vicenda umana possa essere stupefacente e imprevedibile, al di là di qualsiasi forma e confine tracciato. Come questa mostra autorevolmente conferma. L’esposizione è il momento culminante di Identità Inquieta, il cartellone di eventi, mostre e performance promosso da diverse istituzioni culturali del territorio emiliano per raccogliere domande e mostrare visioni sulle infinite sfumature dell’identità.

Harold Theodore Gordon, Senza Titolo I,II,III e IV, 2007, Acrilico e penna a sfera su carta 23,8 x 23,8 cm a colori, 29,8 x 23,8 cm bianco e nero – Collezione privata Casa dell’Art Brut

Immagine di copertina: Victor Brauner, Victor et la maman analyste, 1949, Olio su tela, 54 x 65 cm – Collezione privata © Victor Brauner / SIAE 2022

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