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Lia Drei alla Galleria Comunale d’Arte di Cagliari

Fino al 26 febbraio 2023 alla Galleria comunale d’Arte di Cagliari è visitabile la mostra “Lia Drei – Forme e geometrie di luce”, curata da Teodolinda Coltellaro e organizzata dall’Assessorato alla Cultura e Spettacolo del Comune di Cagliari e dai Musei Civici.

Struttura-A9, 1967, acrilico su tela, cm 50×50

L’incessante ricerca – astratta, geometrica e cromatica – di una delle più importanti artiste italiane del XX secolo, a cento anni dalla sua nascita, si propone attraverso 24 opere provenienti da tutte le fasi della sua produzione, raccontando l’evoluzione artistica di Lia Drei e la sua costante indagine nei confronti della percezione forma-colore.

Struttura B2, 1969, acrilico su tela, cm 80×100

Secondo il sindaco, Paolo Truzzu, questa esposizione conferma il capoluogo sardo come “città che racconta l’arte italiana seguendo percorsi originali e riletture attuali e mai banali. Questa mostra su Lia Drei è particolarmente significativa per la statura dell’artista: personalità poliedrica, femminista ante litteram, protagonista di un appassionato percorso di ricerca che la lega anche alla nostra città grazie al marito Francesco Guerrieri, calabrese di nascita ma cagliaritano d’adozione. La mostra entra così in felice simbiosi con le collezioni permanenti della Galleria comunale e ricorda come Cagliari sia stata negli anni sia una comunità dalle mille idee, varia, mai scontata, mai prevedibile, capace di affermarsi in tutte le arti” .

Parlando di pittura con Enid Smiley nel suo giardino di Venezia, 1972

L’assessore Maria Dolores Picciau dichiara che “L’opera di Lia Drei è un punto di passaggio obbligato per la storia delle Neoavanguardie artistiche degli anni Sessanta e Settanta. Questa retrospettiva cade nel centenario della sua nascita e continua il processo di valorizzazione del mondo femminile nelle arti figurative, promosso dall’Assessorato alla Cultura e Spettacolo del Comune di Cagliari. Inoltre, pone ancora una volta l’accento sul ruolo delle artiste dalla seconda metà del secolo scorso e su quel nutrito numero di donne che contribuirono con il loro impegno al sovvertimento rivoluzionario della cultura italiana e all’affermazione e acquisizione di un ruolo attivo nella società e nel dibattito culturale. Lia Drei fu un’artista internazionale e questa mostra testimonia come anche una realtà periferica come Cagliari possa dialogare col resto del mondo, grazie a una buona politica culturale che restituisca slancio alle energie artistiche, espressive e creative della città.”

Cristalli trasgrediti, 1974, acrilico su tela, cm 49,5×64,5

Per la curatrice della mostra, Teodolinda Coltellaro, “il cammino creativo di Lia Drei può definirsi uno straordinario viaggio nella ricerca, una ricerca mai sazia, mai doma che ne ha indirizzato i passi nei territori dell’arte fino alla fine. Due termini, viaggio e ricerca, che nell’intento di delinearne lo spessore artistico e umano sostanziale, risultano complementari: l’uno amplifica le connotazioni storico-culturali proprie di un’esistenza, ne qualifica le coordinate operative che di volta in volta ne hanno caratterizzato il lavoro; l’altro identifica l’assunto conoscitivo fondamentale di un discorso sull’arte, sulle sue categorie gnoseologiche, in un ininterrotto e coerente cercare sempre nuove forme e modalità estetiche da esperire”.

Cristalli trasgrediti, 1974, acrilico su tela, cm 49,5×64,5

Nata a Roma nel 1922, figlia del pittore e scultore Ercole Drei, Lia Drei è una straordinaria figura femminile della prima parte del Novecento. Respira e pratica l’arte figurativa fin dai primi anni di vita nello studio del padre a Villa Strohl-Fern, immaginifico luogo d’incontro di tanti percorsi artistici della Capitale; si laurea in Lettere alla Sapienza e si perfeziona alla Columbia University di New York dove poi insegnerà per qualche anno prima di rientrare in Italia; diventa campionessa italiana di nuoto e tuffi dal trampolino; è amante della musica (in mostra è esposta la sua storica chitarra) e studiosa delle problematiche ottiche, dei processi retinici e percettivi.

Si veda anche: https://www.globusrivista.it/lia-drei-forme-e-geometrie-di-luce/

Immagine di copertina: Lia Drei, Operazione spaziocromatica B1,1964, acrilico su tela, cm 80×120

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