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Mariangela Condoleo rivisita in chiave moderna l’antica arte giapponese del Gyotaku

Il “gyotaku” è un antico e poetico metodo artistico tradizionale giapponese di stampa dei pesci, una tecnica pittorica antenata della fotografia. A Rapallo (GE) fino al 22 aprile 2024 è possibile ammirare la mostra intitolata “Dalla Wunderkammer al Gyotaku – Storia di un percorso di Mariangela Condoleo”, con opere dell’omonima artista, presso l’atelier “Temporary Piazza Garibaldi”.

gyotaku

 

Mariangela Condoleo è da sempre attratta da tutto ciò che appartiene al frutto della creatività e si avvicina molto presto al mondo del design e dell’antiquariato. Negli anni ’90, dopo una proficua esperienza presso l’architetto e urbanista Luigi Vietti di Milano, a a Rapallo apre uno spazio espositivo di antichità e arredamenti, “Il Leggio”, lavorandovi fino al 2019. Dopo molti anni di ricerche nel settore antiquariale inizia un percorso di trasformazione abbandonando, a poco a poco, quella che chiama la sua Wunderkammer, ovvero la stanza delle meraviglie, dove ha creato complesse composizioni dedicate al mare recuperando antiche cornici, carte nautiche e tessuti da accompagnare a gorgonie e conchiglie per iniziare a scoprire un nuovo mondo completamente privo di orpelli.

gyotaku

Tramite la passione dei propri figli per il mondo giapponese scopre l’esistenza di nuove forme d’arte Zen come il gyotaku, il kinsugi e il sumi-e. Il gyotaku è realtà, mentre sul resto ci sta lavorando.

È la stessa Condoleo a dirci che «nella lingua giapponese “Gyotaku” significa impronta di pesce, da “gyo”, pesce, e “taku”, sfregamento”, ed è nato nel 1600 per rendere omaggio alla generosità del mare; si narra che anche i samurai praticavano questa tecnica che serviva loro come esercizio di meditazione e autocontrollo. L’antica arte permette di rilevare l’impronta di un pesce su carta di riso imprigionandone lo spirito e la forma. Si prende un pesce, si stende su un piano, poi si dipinge con il nero di seppia e a quel punto si prende un foglio di carta di riso e si appoggia sopra. Da lì in poi, saranno le nostre mani, con piccole pressioni, a ricavare la forma perfetta del pesce. Questa antica tradizione, che attualmente viene insegnata ai bimbi come materia scolastica, è stata portata avanti in passato dai pescatori giapponesi per mostrare la loro preda, come se fosse una fotografia, e testimoniare in tal modo il loro impegno e la loro fatica nell’ottenere il pescato. Per sdoganare questa particolare tecnica dal luogo di origine, ho pensato di realizzare un logo specifico che lo connota, ossia “Gyotaku Portofino Paradiso” in modo da far conoscere, diffondere e legare al territorio ligure questa importante testimonianza artistica.

Si tratta di una tecnica semplice e rilassante che garantisce un senso di pace e di calma e possiede delle affinità con la filosofia zen. Questa pratica di disegno così rilassante è utile anche come terapia psicologica per stemperare e sciogliere la tensione emotiva e lo stress che purtroppo spesso accompagna le nostre attuali giornate. Da ormai cinque anni, a fasi alterne, sperimento nuove tecniche di questa antica arte di cui c’è pochissima diffusione e conoscenza in quanto è tramandata solo in Giappone di generazione in generazione con poche testimonianze scritte. Nello specifico, si stampa la forma di un pesce vero inchiostrandolo con nero di seppia; come mia firma stilistica, prediligo intervenire successivamente sull’opera utilizzando acquerelli e pigmenti metallici a base di miele.

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La preparazione e il posizionamento del pesce richiedono molto tempo e pazienza in quanto bisogna imprimergli un movimento utilizzando piccoli artifizi per bloccare in posizioni plastiche le pinne dorsali ed altro. Intervengo poi con il pennello e il nero di seppia che darà il colore alla forma del pesce. Dopo l’inchiostratura si adagia la carta kozo o di riso sul pesce e massaggiandolo delicatamente se ne cattura la forma. Nella tecnica originale giapponese il colore non è previsto, però io amo inserirlo soprattutto per aggiungere la nostra appartenenza al Mediterraneo. Sono una autodidatta e cerco sempre di creare novità: per esempio, ho cercato di impreziosire i pesci aggiungendo pigmenti metallici per fornire una vivacità visiva al pesce che rimanda all’iridescenza e alla brillantezza naturale delle sue squame. Ho inoltre trovato degli acquarelli particolari al miele che producono un effetto di luminescenza molto vivo ed efficace che ben si abbina al colore nero del pesce; comunque, se ritengo che l’opera creativa risulti migliore con le tonalità naturali del bianco e del nero non la modifico e la lascio così senza intervenire con i colori.

Cerco continuamente di perfezionare i miei lavori e sto cercando di rendere più rigida la carta di riso che è sottilissima e, quando viene incorniciata, tende a formare delle onde e degli arricciamenti antiestetici. Perciò sto riprendendo una tecnica giapponese che con colla a base di amido di mais permette di rendere maggiormente rigida la sottilissima carta di riso e più bella da incorniciare montandola sul tessuto. La mia provenienza dal mondo dell’antiquariato ha dato un forte imprinting al senso di ricerca infinita degli oggetti e delle tecniche di studio; l’arte giapponese, caratterizzata dalla lentezza, come il rito del the con i suoi inchini e sorrisi, esprime un forte rispetto per le cose e le persone in cui mi identifico moralmente e culturalmente. Anche davanti alle opere Gyotaku c’è una sorta di rispetto della natura che è identificata nel suo svolgersi come ciclo biologico che si esplica e rappresenta nella vita e nella morte intese come parte integrante dello stesso essere».

L’artista Mariangela Condoleo

di Isabella Puma – giornalista

 

Isabella Puma

Isabella Puma

nata a Torino nel 1979, si laurea in “Scienze Politiche” all’Univer¬sità degli Studi di Torino e ottiene una seconda laurea con lode in “Editoria, Comunicazione Multimediale e Giorna¬lismo” all’Università degli Studi di Ge¬nova dove consegue due Master Universitari, di I e II livello, in “Innovazione nella Pubblica Amministrazione”. Iscritta alla Facoltà di Teologia studia e approfondisce il percorso e la formazione culturale, biblica e teologica da baccalaureato offerte dall'Istituto Superiore di Scienze Religiose che è collegato alla Facoltà di Sacra Teologia della Pontificia Università Lateranense. Collabo¬ra come giornalista al “Sole 24 Ore”, “Il Giornale”, sul magazine scientifico-me¬dico-sanitario “AboutPharma and Me¬dical Devices”, sulla rivista della Regione Liguria scrivendo articoli specialistici. Come addetta stampa e portavoce del Sindaco nel Comune di Zoagli, in provin¬cia di Genova, e in ambito della Regione Liguria, presso l’Ufficio di Presidenza e i Gruppi Consiliari Istituzionali, si occupa del settore della stampa predisponendo comunicati e curando la comunicazione esterna e le relazioni di carattere istitu¬zionale. Collabora come responsabile ufficio stampa per la società di produzione cinematografica ligure “Cima Prod” e, in qualità di attrice, ha svolto un ruolo nell'ultimo film "Il Morso Del Ramarro" che è stato proiettato nelle sale cinematografiche italiane e ha ricevuto numerosi premi anche a livello internazionale.View Author posts