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All Inclusive. Nove artisti contemporanei performano il museo

Il Museo Guadagnucci di Massa presenta, fino al 2 ottobre 2022, la mostra All Inclusive. Nove artisti contemporanei performano il museo, curata da Cinzia Compalati con opere di Antonello Ghezzi, Aqua Aura, Emiliano Bagnato, Eleonora Chiesa, Sandro Del Pistoia, Giorgio Di Palma, Aldo Giannotti, Simone Gori, Vincenzo MarsigliaAll Inclusive è al contempo un titolo ironico e concreto: se da un lato rimanda al tema dell’inclusione – al quale il museo è particolarmente attento sia riguardo alla sua comunità di riferimento che verso i pubblici fragili – dall’altro cerca di ampliarlo all’ambito museologico. A nove artisti contemporanei è stato chiesto di intervenire e interagire con lo spazio museale performandolo, progettando altrettante installazioni in cui è la ‘relazione’ a far esistere l’opera stessa: quella con il pubblico, che sottolinea il rapporto empatico tra visitatore e opera;  quella con l’ambiente circostante e in particolare il parco e la natura; quella con la scultura e la seicentesca Villa La Rinchiostra che ospita il museo. All Inclusive  è un progetto espositivo di alto livello.  «Quando penso a un museo contemporaneo – spiega Cinzia Compalati, direttrice dell’istituzione culturale massese e curatrice della mostra – immagino un camaleonte, un animale sempre mutevole che sa adattarsi e rigenerarsi rispetto al contesto sociale che lo ospita. In All Inclusive ho voluto creare nove postazioni – progettate da altrettanti artisti contemporanei – che attivassero gli spazi museali. Gli artisti invitati, tutti diversissimi per poetica e media utilizzati, sono stati selezionati non tanto per gli apporti individuali, quanto per le attitudini a saper interagire all’interno di un gruppo inedito che fosse più della somma dei singoli elementi».

Il duo Antonello Ghezzi è formato da Nadia Antonello e Paolo Ghezzi, che dal 2009 realizzano installazioni e performance in contesti italiani e internazionali. La loro ricerca si focalizza sulla leggerezza e la magia. Giocate su più livelli, le opere esposte al Museo Guadagnucci si modificano a ogni visione, facendo uso di materiali specchianti. Dal riferimento all’immaginario collettivo dei bambini e ai desideri più profondi – presenti nelle tre coppie di altalene intitolate Spingiamoci Oltre, Tienimi Forte e Sempre Insieme – fino alla scala per andare Oltre e avvicinarsi al cielo.

Antonello Ghezzi, Tienimi Forte, 2020, specchi, impianto a led, struttura di legno, cavi, cm 50x25x4. Ph. Janaima Costantini

Aqua Aura è lo pseudonimo di un artista che ricerca il Sublime nell’epoca contemporanea. Al Museo Guadagnucci affronta il tema della “relazione” con l’ambiente circostante e in particolare con il parco della Villa, esponendo tre video sculture in alabastro della serie Shelters – On The Very Nature Of Light. Opere che propongono una riflessione sul rapporto Uomo/Natura, a partire dalla registrazione di un’intera giornata sub-artica, custodita in capsule del tempo in forma di iceberg: dal cielo mattutino, pieno di luce e di nuvole bianche, alla sua trasformazione in un cielo tempestoso, fino all’imbrunire e al buio della notte, che sprigiona le luci di un’aurora boreale.

Aqua Aura, Shelters – On The Very Nature Of Light, 2017, video sculture, alabastro, legno, video proiezione, suono – durata 19 min. (loop), dimensioni variabili. Ph. Fabio Fantin

Emiliano Bagnato è un compositore, musicista e sound designer. Per la mostra la sua “indagine relazionale” si sviluppa proponendo un dialogo impossibile con Gigi Guadagnucci, che si svolge intorno a Brugiana, scultura d’elezione dell’artista che porta il nome di un monte a lui caro sopra a Massa.Un’installazione che si sviluppa su due livelli sonori: in primo piano le parole, i pensieri e il timbro della voce del Maestro apuano alternati ai frammenti delle canzoni che amava, reinterpretate dalla chitarra di Emiliano Bagnato; in secondo piano la natura e la lavorazione del marmo, che entrano nel museo sotto forma di suono, stabilendo un legame tra materia, lavoro, gesto e opera.

Emiliano Bagnato, Un dialogo impossibile con G.G., 2022, installazione sonora #3

Eleonora Chiesa, artista attiva in ambito performativo e video, ha concentrato le sue ultime ricerche su tematiche connesse alle politiche economiche, al rapporto tra l’umanità e il contesto ambientale e al rapporto con l’alterità animale. A Massa affronta il tema della “relazione” con la comunità, presentando il video tratto dalla performance Lightness, realizzata ad Apricale (IM) nel 2015 con il coinvolgimento di alcuni abitanti del luogo. Punto di partenza è il celebre palindromo latino “In girum imus nocte et consumimur igni”, utilizzato da Guy Debord nel 1978 per la realizzazione dell’omonimo documentario. In occasione dell’inaugurazione terrà anche una performance inedita.

Eleonora Chiesa, dalla performance Lightness, Apricale (IM), 2015. Ph. Gabriel Rosso #1

Sandro Del Pistoia formatosi alla Facoltà di Architettura di Firenze, unico scultore in mostra, è chiamato a misurarsi con Gigi Guadagnucci e con la sua visione dell’arte e del futuro. In dialogo con le opere del Maestro, Del Pistoia espone alcune sculture realizzate con materiali leggeri – seta, cera, legno, gesso – virati nel bianco in segno di continuità e rispetto dell’estetica museale. Il progetto s’intitola 24/03/2022 in riferimento alla data di inizio lavorazione, ma anche dell’inizio della guerra in Ucraina che ha profondamente segnato il presente e tratteggiato il futuro di tutti.

Sandro Del Pistoia, 24022022, 2022, seta, cera, legno, gesso, cm 45x105x45 #2

Giorgio Di Palma è ceramista e artista visivo. Riproduce oggetti di uso quotidiano in ceramica, in dimensioni reali, privi di funzionalità, ma carichi di significati estetici, concettuali e sociali. A Massa, presenta Festa di Compleanno, un progetto di arte pubblica ideato con Pigment Bari e nato dal coinvolgimento dei cittadini di Polignano a Mare (BA), invitati a far pervenire all’artista fotografie di feste di compleanno degli anni Settanta e Ottanta, da “riportare in vita” attraverso la ceramica. La riattivazione visiva dei ricordi collettivi risveglia al contempo l’empatia e il senso di comunità.

Aldo Giannotti, artista internazionale che dal 2000 vive e lavora a Vienna, porta a Massa A Vertical Spotlight isplaced on the Rooftop of the Institution and can be seen from the whole Town, un progetto che, attraverso un fascio luminoso, segna nel cielo l’esatta posizione dei luoghi della cultura, invitando il pubblico a conoscerli e visitarli. Le istituzioni che l’hanno ospitata in passato, vengono spesso descritte come “punto di riferimento” culturale della città. L’installazione prende spunto da questo principio seguendolo alla lettera e creando un riferimento urbanistico che colloca il museo al suo centro.

Aldo Giannotti, A Vertical Spotlight is placed on the Rooftop of the Institution and can be seen from the whole Town, 2018, penna a sfera su carta, cm 29×21

Simone Gori, architetto e designer per formazione, si è avvicinato giovanissimo all’arte. Interessato al dialogo tra arte, luoghi e persone, fa uso di una pluralità di materiali per invitare il pubblico alla riflessione, interrogandolo su temi essenziali della condizione post-moderna. A Massa, presenta un’installazione monumentale in marmo che, attraverso una spia ottica, consente di sondare profondamente il cielo, rappresentazione concettuale, mutevole e privata dell’Anima. Anima – in questo caso – non dell’uomo ma del materiale che così tanto connota le montagne da cui proviene anche il marmo di Guadagnucci. L’artista – così facendo – realizza un’opera che può esistere solo se “guardata” dal visitatore.

Simone Gori, Senza titolo, 2021, acciaio specchiato, stampa, installazione site-specific per Paesaggi contemporanei, Terrazza del Palazzo comunale di Radicondoli

Vincenzo Marsiglia sviluppa le sue opere a partire da una stella a quattro punte, che nel tempo è diventata la sua firma. Abbinando la pittoricità segnica a nuovi strumenti tecnologici, l’artista propone una rilettura dei monumenti e dei beni storico-artistici, implementanti dalle sue geometrie e dai pattern iconici. Al Museo Guadagnucci, presenta il progetto Map (Star) the World, capace di coniugare passato e presente, cultura della tradizione e dell’innovazione. Indossando un visore HoloLens 2, il fruitore potrà interagire direttamente sul percorso espositivo “disegnandolo” con la stella a quattro punte e vivendo in prima persona un viaggio visionario.

incenzo Marsiglia, Map (Star) the World, 2020, still from video capture on HoLolens 2. Courtesy Fondazione LK #3

Il Museo Guadagnucci ha aperto le porte al pubblico nel 2015, in occasione del centesimo anniversario dalla nascita di Gigi Guadagnucci (Massa, 1915-2013). Grande scultore nato a Massa ma formatosi in Francia e vissuto a lungo a Parigi, Guadagnucci è stato uno dei principali maestri del marmo del XX secolo: il museo trae origine dalla donazione di un consistente nucleo di sue opere, ceduto dall’artista stesso e dalla moglie al Comune di Massa nel 2012 con l’obiettivo specifico di aprire un museo che contenesse una selezione significativa della sua produzione. La sede, il piano terra e l’interrato della seicentesca Villa La Rinchiostra, immersa in uno splendido parco, era stata identificata quando Gigi Guadagnucci era ancora in vita: lo scultore riteneva che l’apertura di un museo potesse costituire la base per trasformare la villa in un polo dedicato alle arti contemporanee. Il Museo – allestito dagli architetti Giuseppe Cannilla e Alberto Giuliani – ospita quarantasei opere di Gigi Guadagnucci eseguite tra il 1957 e il 2005, che documentano l’intero percorso creativo dell’artista.

Villa La Rinchiostra, Museo Guadagnucci  (Fotografia: Enrico Amici)