Vai al contenuto

Oltre il visibile. La pittura tra la tardoantichità e l’Alto Medioevo

Nel 1940 veniva pubblicato Early Medieval Art in the British Museum, il secondo volume di una serie di guide alle collezioni del museo londinese prima dell’evacuazione per mettere le opere d’arte al sicuro dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale. L’autore del libro è Ernst Kitzinger, un giovane storico dell’arte di Monaco che da alcuni anni era membro del Dipartimento di antichità britanniche e medievali del British Museum. Il libro di Kitzinger si distinse subito per la larghezza degli orizzonti, in quanto si avvaleva non solo dei materiali del dipartimento al quale l’autore afferiva, ma anche dei testi del Dipartimento di antichità egizie e assire, nonché del Dipartimento dei manoscritti. Il risultato del suo lavoro fu un’innovativa introduzione all’arte altomedievale, i cui confini avrebbero costituito l’ambito di lavoro che avrebbe occupato Kitzinger per tutta la sua successiva attività scientifica. L’opera analizzava l’arte dalla tardoantichità all’epoca romanica sia in Occidente che nell’Oriente bizantino. Nel suo studio, Kitzinger applicava la metodologia della scuola viennese, ancora estranea all’ambito anglosassone, che stabiliva un rapporto dialettico tra le correnti stilistiche che si sono susseguite dalla tardoantichità e animarono la produzione artistica dell’alto Medioevo.

Sacrificio in onore di Eracle, affresco, metà del III secolo, necropoli della via Laurentina- Ostia, Roma
Minerva ed Ercole, affresco, IV secolo, Roma, ipogeo di via Dino Compagni

Secondo Kitzinger, lo stile e le sue trasformazioni dovevano essere l’obiettivo primario della ricerca. Tali trasformazioni stilistiche erano il risultato di un conflitto di tipo dialettico che inizia alla fine dell’antichità, contrapponendo due poli opposti: da una parte la tradizione classica greco-romana e, dall’altra, le altre antiche culture mediterranee, che Kitzinger definisce “arte sub-antica”, e del Nord, che definisce “arte barbarica”. In questa contrapposizione emergono ulteriori conflitti tra figurativo e ornamentale, realistico e astratto, plastico e bidimensionale. Ognuno di questi conflitti portò a compromessi, trovati in base alle diverse condizioni storiche, che portarono alla definizione di differenti stili, in alcuni casi tra loro apparentemente inconciliabili.

Questo contenuto è riservato agli abbonati

Copia Singola

Acquista una copia di «Globus».

Annuale Digitale

Abbonamento digitale di «Globus».

Cartaceo + Digitale

Abbonamento annuale di «Globus».

Sei già abbonato? ACCEDI

di Giancarlo Germanà Bozza – Archeologo, docente ordinario di Storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Palermo

Immagine in copertina: Dettaglio di un affresco del monastero di San Panteleimon a Nerez (Macedonia)