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10 donne per dire… grazie!

Donne di tutti i tempi e di ogni continente che hanno lasciato il segno migliorando l’umanità. Donne che hanno scardinato i canoni della loro epoca, che hanno abbattuto barriere, inseguito i loro sogni. Donne di grande valore a cui siamo riconoscenti per aver contribuito, con la loro determinazione e con il loro coraggio, a fare notevoli e importanti passi in avanti nelle nostre società.

Ne abbiamo scelto dieci, fra le tante, per dire il nostro grazie.

1 – IPAZIA (350/370–415)

Astronoma, matematica e filosofa, donna di profonda cultura e certamente la più famosa dell’antichità. Nasce, vive e muore ad Alessandria d’Egitto. Questa grande pensatrice  è ritenuta una martire della libertà di pensiero poiché la sua morte è stata causata, probabilmente, proprio da motivi legati a scontri ideologici. L’astrolabio, il planisfero e l’idroscopio sono sue invenzioni, e sembra abbia pure ipotizzato il giusto movimento della terra per superare la teoria tolemaica. Si ricorda pure per la traduzione e la divulgazione di molti classici greci e per la sua attività accademica all’interno del Museo di Alessandria, la più importante istituzione culturale del tempo.

2 – SANTA CATERINA DA SIENA (1347-1380)

Mistica e dottore della Chiesa, sin da bambina è consapevole del proprio carisma e, nonostante le reticenze che trova all’interno della sua famiglia che per lei immaginava un matrimonio, decide di improntare la sua vita all’ascetismo, coerentemente col dono che sente di aver ricevuto. Si dedica ai bisognosi, ai malati, ai carcerati, ma la sua fama è legata alla determinazione con cui ha lottato per l’unità della Chiesa e al coraggio con cui ha scritto ai potenti dell’epoca con i suoi toni fermi e intransigenti volti ad impedire le ingiustizie e a suscitare nei governanti la volontà di perseguire il bene comune.

3 – MARIE CURIE (1867-1934)

Il suo nome è un pilastro della scienza. Francese di origine polacca – il suo vero nome è Maria Salomea Sklodowska – ottiene addirittura due premi Nobel: nel 1903 per la Fisica, assieme al marito; nel 1911 per la chimica. Gli elementi radio e polonio sono stati scoperti da lei. In un’epoca in cui le donne sono praticamente inesistenti nell’ambito della ricerca, riesce ad emergere e a catalizzare l’attenzione della comunità scientifica internazionale attorno ai suoi studi. Muore di leucemia a causa della massiccia esposizione alle radiazioni cui si è sottoposta nel corso delle sue ricerche.

4 – ANNA FRANK (1929-1945)

La sua unica colpa è quella di essere nata ebrea e di aver vissuto la sua brevissima vita durante la follia del nazismo, di cui è vittima. Costretta a rinchiudersi per due anni nel nascondiglio che il padre realizza sul retro dell’edificio della sua impresa, al numero 263 di Prinsengracht di Amsterdam, scrive il suo famoso Diario lasciandoci così una preziosa per quanto tragica testimonianza. Nel 1944 viene scoperta, deportata nel campo di concentramento di Auschwitz e poi a Bergen-Belsen.  È lì che trova la morte. Ma il suo diario l’ha resa immortale e consegnata alla storia quale simbolo di speranza contro ogni forma di totalitarismo, sopraffazione e violenza.

5 – ROSA PARKS (1913-2005)

È il primo dicembre del 1955. Siamo a Montgomery, in Alabama. Rosa Parks è una sarta che lavora in un grande magazzino e, come ogni giorno, prende l’autobus per rientrare a casa. Non trova posto nel settore riservato agli afroamericani e così si siede al primo posto libero che trova. Viene invitata a cedere il posto ad un uomo bianco, ma Rosa Parks si rifiuta. Conosce la legge ma sa quanto questa sia profondamente sbagliata, e perciò non si alza: un gesto clamoroso che diventa epocale. Da quel momento diventa il simbolo dei movimenti per i diritti, un esempio di coraggio e di attivismo non solo per i neri, non solo per le donne ma per chiunque creda che di fronte ad un’ingiustizia, persino se legalizzata, bisogna esercitare il giusto esercizio della protesta civile.

6 – ROSALIND FRANKLIN (1920-1958)

È grazie a questa scienziata se conosciamo la struttura del DNA, nonostante la storia ci parli solo di Watson e Crick. Ma le cose sono andate diversamente: è lei infatti che realizza un particolare dispositivo in grado di fotografare i singoli filamenti del DNA, nel King’s College di Londra. Watson, che assieme a Crick lavora sulla stessa ricerca all’Università di Cambridge, si impossessa dei dati riscontrati da Rosalind, e così i due espongono il celebre modello della doppia elica. Nel 1958 la scienziata muore a causa di un tumore. Quattro anni dopo Watson e Crick ottengono il premio Nobel per la “loro” scoperta. Nessun ringraziamento e nessuna menzione a colei da cui tutto è partito.

7 – MADRE TERESA DI CALCUTTA (1910-1997)

Piccola, gracile, esile nel fisico ma gigantesca nella carità. Anjeze Gonxhe Bojaxhiu – questo il suo vero nome – nasce in Albania ma vive la sua esistenza terrena in India, a Calcutta, dove si dedica instancabilmente alla cura dei più deboli, degli emarginati, degli abbandonati. Una vita completamente donata al prossimo secondo l’insegnamento di Gesù, del quale si sentiva la “matita”, cioè uno strumento nelle sue mani per operare nel mondo. Vince il premio Nobel per la pace. La Chiesa Cattolica la santifica nel 2016.

8 – VALENTINA TERESHKOVA (1937)

A soli 26 anni, e in perfetta solitudine, questa cosmonauta russa compie il giro del pianeta per 49 volte. È stata la prima donna ad andare nello spazio. Nata nel 1937 in una famiglia bielorussa, è una grande ammiratrice di Gagarin. A 18 anni supera le selezioni ed entra nella scuola per aspiranti cosmonauti. Pochi anni dopo è pronta per il grande salto: il 16 giugno 1963, a bordo di Vostok 6, viene lanciata nello spazio per una missione di tre giorni. Una missione che ha rappresentato anche un grande spot per l’emancipazione femminile.

9 – MALALA YOUSAFZAI (1997)

Oggi ha 25 anni ma la sua vita è già colma di esempi, attivismo e persino di un premio Nobel per la Pace, ricevuto nel 2014. Questa giovane pakistana a soli 14 anni cura un blog per la BBC documentando con coraggio il regime dei talebani. Paladina del diritto delle donne che lottano per accedere alla formazione e al sapere. Nel 2012, mentre è sullo scuolabus,  viene ferita gravemente alla testa da uomini che salgono sul mezzo e le sparano in pieno volto. Operata, riesce miracolosamente a sopravvivere. Continua a lanciare appelli a favore dell’istruzione femminile e di tutti i bambini a cui viene ancora oggi privato il diritto allo studio.

10 – OBIAGELI EZEKWESILI (1963)

Nigeriana, attivista per i diritti umani e fondatrice dell’associazione anticorruzione Transparency International. Rimane segnata dall’esperienza dell’aprile 2014 quando i terroristi di Boko Haram rapiscono 275 studentesse in una scuola del suo Paese. Lancia un appello denominato “Riportateci le nostre ragazze” che diventa virale al punto da sollecitare la creazione di una campagna mondiale per mobilitare le società ad agire. Gran parte delle ragazze è tornata alle proprie famiglie, ma più di cento sono ancora nelle mani dei rapitori. Il movimento di Obiageli, nel frattempo, si trasforma in un’iniziativa più ampia per rivendicare non solo la liberazione delle studentesse ancora in ostaggio,  ma più in generale i diritti umani delle donne nigeriane.