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Cinema e Libertà. I carteles de cine cubani

Cartel de cine significa “locandina” in spagnolo, ma a Cuba vuol dire molto di più. Il visitatore ha perfetta occasione di rendersene conto a Rimini, nell’ambito della quarta Biennale del Disegno, curata da Massimo Pulini, grazie alla mostra “Cinema e libertà. I carteles de cine cubani”, allestita nel Palazzo del Fulgor dal 4 maggio al 28 luglio 2024, a cura di Luigino Bardellotto, Adolfo Conti e Patrizio De Mattio.

Antonio Perez NIKO, C’eravamo tanto amati, 1977 – Venezia, Centro Studi Cartel Cubano Collezione-Bardellotto

Nel 1959 a Cuba non fu solo tempo di Rivoluzione politica, ma anche culturale.
Si pensò in particolare a creare un nuovo cinema che si smarcasse da tutti i punti di vista dallo schema commerciale hollywoodiano
. Si decise così che anche le locandine dei film dovessero essere ripensate, evitando i canoni affermati (grandi volti delle star, scene madri, slogan suggestivi) dei manifesti cinematografici tradizionali. I nuovi carteles (prodotti in tecnica serigrafica 51 x 76 cm ) furono così liberati della loro funzione pubblicitaria e lasciarono ai disegnatori grafici piena libertà interpretativa del film, contribuendo a una vera propria rivoluzione visuale e concettuale del pubblico delle sale cinematografiche El cartel de cine diventerà a tutti gli effetti un’opera d’arte esposta nelle strade.

Eduardo Munoz Bachs, Deserto Rosso, 1966 – Venezia, Centro Studi Cartel Cubano – Collezione-Bardellotto
Nelson Ponce, Arancia meccanica, 1971 – Venezia, Centro Studi Cartel Cubano -Collezione-Bardellotto

I Carteles sono un fenomeno grafico unico che perdura ancora oggi a Cuba, di eccezionale qualità e creatività artistica, punto di incrocio di stili e forme espressive diverse, isola felice di libertà in un paese dove ogni forma di comunicazione visiva è posta sotto rigidi controlli.

Giselle Monzon, Ladri di biciclette, 2009 – Venezia, Centro Studi Cartel Cubano – Collezione-Bardellotto.

La mostra riminese si articola in senso diacronico dal 1959 al 1979 con una sezione finale dedicata alla produzione di oggi. Vi sono esposti i manifesti degli autori più importanti insieme a fotografie, giornali, bozzetti e layout preparatori. Tutto il materiale originale proviene dalla collezione “Luigino Bardellotto – Centro Studi Cartel Cubano” di San Donà di Piave, la più grande collezione privata al mondo di manifesti cubani.
La mostra è accompagnata dalla visione di alcuni estratti di un nuovo documentario prodotto e diretto da Adolfo Conti insieme a Elia Romanelli dedicato al tema.

Immagine in copertina: René Azcuy Cardenas, Baci-rubati, 1970 – Venezia, Centro Studi Cartel Cubano – Collezione Bardellotto

Autore

  • Esperto e dinamico professionista con una vasta esperienza in operazioni, di M&A, vendite, marketing e sviluppo del business in vari settori incluso: IT Systems support, Energie Alternative, Publishing e Formazione Professionale. Ha fondato varie aziende ad alto contenuto di tecnologie avanzate nei settori di IT systems support ed energie alternative. Esperienza in ambiente internazionale in USA, Svizzera, Bulgaria e Tunisia. Partecipa attivamente ai beta test di soluzioni innovative nel m...

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