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Il lungo viaggio della Magnolia

Grandiflora magnolia disegni

Una pianta venuta da lontano

Avete mai passeggiato in Central Park a New York in primavera? Oppure camminato lungo i viali di qualche città italiana, sempre nello stesso periodo, per esempio Lucca? A Marzo infatti comincia la fioritura delle Magnolie, quelle a foglia decidua, le altre fioriranno in estate. Passeggiare sotto questi alberi durante la fioritura è un’esperienza unica, paragonabile solo alla fioritura dei ciliegi giapponesi. Le magnolie che fioriscono in primavera, sono ancora senza foglie e l’esplosione della fioritura è qualcosa di incantevole. I fiori sono bianchi o rosa, grandi, importanti, a forma di coppa, la loro corolla si erge verso il cielo e si mostra in tutto il suo splendore, il profumo intenso e inebriante. D’estate invece fioriscono le magnolie sempreverdi, con i loro grandi fiori bianchi, coriacei, di estrema bellezza e anche questi profumatissimi. È molto frequente trovare queste magnolie nei viali, nei giardini pubblici o in quelli privati delle città italiane ed europee. Quindi vi sto parlando di una pianta molto comune ma… in Europa per un certo periodo non era proprio comune, anzi addirittura non esisteva e nessuno la conosceva. È una pianta venuta da lontano.

central park magnolia

Magnoliaceae

Le magnolie appartengono alla famiglia delle Magnoliaceae, sono tra le prime Angiosperme (piante con fiore) comparse sulla terra, tra le capostipiti di tutte le successive piante del gruppo. Indagini paleontologiche hanno rivelato l’esistenza di magnolie fossili che risalgono a molti milioni di anni fa. Vengono considerate delle sopravvissute alle vicissitudini che il pianeta ha attraversato nel tempo. Si pensa che le magnolie si trovassero su tutto l’emisfero boreale, quindi anche nel nord Europa. Probabilmente insieme al Gingko e al Liriodendron, anch’esse piante antiche, occupavano vaste estensioni del continente europeo, oltre che di quello americano e asiatico. Quando le condizioni climatiche cambiarono e la temperatura, abbassandosi, portò alla glaciazione di queste zone, le piante del nord Europa furono sopraffatte dal freddo. Sopravvissero invece quelle delle zone asiatiche, Cina e Giappone, e quelle delle zone sud-orientali degli attuali Stati Uniti e di alcune zone del Sud America.

gemme di mangolia soulangeana

Tra interesse scientifico e commerciale

Dopo la scoperta del continente americano si moltiplicarono i viaggi per trovare nuove materie prime, per visitare i luoghi e scoprire piante e animali.  Dal XV al XIX secolo, grazie anche a scienziati come Linneo (1707-1778) prima e Darwin (1809-1882) successivamente, aumentò enormemente l’interesse per tutte le “cose naturali”. In Europa sempre più studiosi, con un reale interesse scientifico, si occupavano di scienze naturali. Comunque le motivazioni per partire e affrontare questi viaggi, all’epoca veramente difficili, erano le più svariate. Oltre ad un reale interesse scientifico c’erano commercianti in cerca di nuovi prodotti da vendere per potersi arricchire, c’erano re e nobili che volevano nei loro giardini e nelle loro voliere le piante e gli animali più esotici da poter sfoggiare, c’erano religiosi che cercavano piante per ricavarne nuovi medicamenti, c’erano artisti che raffiguravano con maestria le nuove specie. Nel frattempo nella vecchia Europa era esplosa la moda del collezionismo e quindi sedicenti “naturalisti” si misero in viaggio sicuri di arricchirsi portando ciò che trovavano ai ricchi signori per le loro collezioni. In questo modo centinaia di piante mai viste in Europa furono “scoperte”, descritte, dipinte, raccontate dai viaggiatori botanici, che per il loro accanimento venivano anche chiamati “cacciatori di piante”. I viaggi duravano mesi, le condizioni nei paesi che venivano visitati non sempre erano idilliache, guerre, condizioni ambientali sfavorevoli, oppure “indigeni” non proprio accoglienti. Era veramente avventuroso intraprendere questi viaggi, ma come è noto la curiosità, la vanità e l’avidità dell’uomo riescono a superare ostacoli che a prima vista sembrano insormontabili. Quindi le navi si riempirono di prodotti asiatici e del nuovo mondo, successivamente anche dell’Oceania. Il trasporto delle piante era particolarmente difficile, perché i raccoglitori non si limitavano a portare semi e frutti, ma portavano piante intere, soprattutto se si trattava di alberi, anche se giovani. La cosa più complicata era farli sopravvivere durante la traversata; furono col tempo escogitati vari modi per mantenere umide le piante e così la vita degli altri continenti arrivò in Europa.

infruttescenza magnolia

foglie di magnolia

Pierre Magnol

Torniamo alle nostre magnolie: il merito di aver portato la prima pianta in Europa se lo contendono inglesi e francesi, ma il nome alla pianta fu dato dal monaco francese Charles Plumier (1646-1704), primo botanico del Re per i suoi studi sulla botanica delle Antille francesi, che portò la pianta in patria verso la fine del ‘600. Plumier pensò che bisognava dare un nome alle specie che via via venivano importate dagli altri paesi e decise bene di attribuirgli quello di qualche illustre studioso del passato o contemporaneo. Questa scelta piacque agli altri scienziati e anche in seguito i nomi furono assegnati in onore di qualche celebre personaggio o dello scopritore. Per questo tipo di piante in particolare la scelta cadde su Pierre Magnol (1638-1715), medico e botanico francese che lavorava nell’università di Montepellier, dove il nuovo albero fu piantato all’interno del primo Orto Botanico francese, costituito nel 1593. Alla pianta portata dalle Antille fu dato perciò il nome di Magnolia dodecapetala. Sempre agli inizi del ‘700 l’inglese sir Joseph Banks (1743-1820) introdusse la prima magnolia venuta dall’Oriente, la Magnolia denudata e nel secolo XIX, il botanico Ernest Wilson (1876-1930), introdusse otto nuove specie provenienti dalla Cina.

Pierre Magnol

Tre tipi di magnolie

Vi sono tre tipi principali di Magnolie: quelle a foglia persistente, la più nota è la Magnolia grandiflora; il secondo gruppo comprende quelle a fioritura estiva e a foglia decidua; il terzo gruppo è costituito dalle specie che fioriscono prima di mettere le foglie. Magnolia grandiflora. La specie è originaria delle regioni atlantiche degli Stati Uniti e del Golfo del Messico, dove vive spontanea nelle pianure umide. È  stata introdotta nel nostro continente agli inizi del ‘700 ed è diffusa per la bellezza dei fiori di notevoli dimensioni (raggiungono i 20-25 cm di diametro), bianchi e profumati, e delle foglie grandi, persistenti, di colore verde intenso, lucide nella pagina superiore e bruno ruggine in quella inferiore. All’interno del fiore si forma un piccolo cono carnoso, simile a una pigna, dopo la fecondazione diventa di colore bruno, legnosa. In seguito questa “pigna” darà dei frutti ovali, con le squame verdi-rossastre, contenenti numerosi semi di colore rosso intenso. L’esemplare più antico introdotto in Italia arrivò nel 1786 nell’Orto Botanico di Padova, e ancora si trova lì.

Magnolia grandiflora

Magnolia x soulangeana. Questa Magnolia ebbe origine nei pressi di Parigi, nel giardino di S. Soulangé Bodin e fiorì per la prima volta nel 1826. È un ibrido tra M. denudata e l’arbustiva M. liliflora. È stata largamente diffusa come pianta ornamentale per la splendida precoce fioritura, che precede la fogliazione. Raggiunge i sette metri di altezza, presenta foglie ovali verde chiaro e i fiori, a tulipano, sbocciano prima della comparsa delle foglie, in marzo-aprile. I colori variano dal bianco sfumato di rosa, al rosa-violaceo. Esistono anche varietà con i petali bianchi all’interno e rosa scuro all’esterno.

Magnolia soulangeana

Magnolia campbellii. Questa Magnolia è un albero gigantesco; nel suo habitat può raggiungere i 30-35 metri. La fioritura è precocissima, già a fine febbraio fiorisce con fiori dotati di un delizioso profumo. Originaria delle foreste himalayane che si estendono tra il Nepal e la provincia dello Yunnan (Cina), ad un’altitudine compresa tra i 2100 e i 3300 metri, questa specie fu scoperta nel 1838 da William Griffith (1810-1845), ma solo nel 1855 venne descritta da Joseph D. Hooker (1817-1911) e Thomas Thomson (1817-1878) che la dedicarono al dottor Archibald Campbell (1805-1874), all’epoca governatore inglese di Darjeeling. È una pianta spettacolare, sia per le dimensioni che per i suoi magnifici fiori, che presentano un diametro di 25 cm, e colori che variano dal bianco al rosa cremisi. Le foglie si sviluppano dopo parecchie settimane dalla fioritura. Comincia a fiorire solo dopo venticinque anni dalla nascita. Purtroppo, in seguito ad un disboscamento selvaggio questa pianta è quasi estinta in natura ma, per fortuna, sopravvive nei giardini americani ed europei.

Magnolia campbellii

Angela Maria Russo – biologa, carnettista

Autore

  • Biologa e artista, da sempre disegna e dipinge fissando sulla carta le sue passioni: la natura e i viaggi. Ha partecipato a molte mostre sia personali che collettive, in Italia, Europa e Stati Uniti. Alcuni suoi lavori fanno parte di collezioni presso università, fondazioni e privati di vari Paesi (Italia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Russia). Ha collaborato e collabora con Parchi, musei naturalistici, WWF, periodici, riviste e case editrici italiane, pubblicando articoli e illus...

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