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Italico Brass, la riscoperta di un artista

L’eccezionale riscoperta, dopo quasi sessant’anni d’inesplicabile silenzio, di un acclamato protagonista del panorama artistico internazionale nei primi decenni del Novecento e nella fascinosa Venezia del tempo; soprattutto la rivelazione di una pittura in piena sintonia con una società in profondo e talvolta tumultuoso rinnovamento. Parliamo di Italico Brass (Gorizia 1870–Venezia 1943), l’artista che chiude un’epoca e ne apre un’altra, assolutamente inedita, condividendo gli stimoli e la poetica degli impressionisti e facendo della città lagunare la sua città d’elezione e il soggetto prediletto.

Italico Brass, Caffè Lavena in Piazza San Marco, 1911-1912, olio su tela, 97x121cm, Collezione privata, Courtesy lineadacqua
Italico Brass, Processione alla Salute, 1913, Olio su tela, 38 x 46,5 cm, Collezione privata, Courtesy lineadacqua

Proprio al grande “poema pittorico” che Brass, nel corso degli anni, realizza intorno a Venezia è dedicata una mostra curata da Giandomenico Romanelli e Pascaline Vatin. Promossa dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia e dall’editore lineadacqua, l’esposizione è visitabile dal 29 settembre al 12 dicembre 2023 a Palazzo Loredan in Campo Santo Stefano. Un centinaio di opere, di cui molte inedite e finalmente visibili, parte del lascito dell’artista alla famiglia. Si tratta della prima grande mostra veneziana dedicata a Italico Brass e alla sua visione della città: un artista che tra Otto e Novecento apre alla modernità e alle suggestioni della pittura impressionista, per raccontare una Venezia inedita, viva, pulsante, popolare.

Italico Brass, Al caffè Florian, 1912, Olio su tela, 150 x 116 cm, Collezione privata, Courtesy lineadacqua
Italico Brass, Sotto la pergola, 1920 ca., Olio su cartone, 27,5 x 36 cm, Collezione privata, Courtesy lineadacqua

Un percorso tra brani di una Venezia quasi “minore”, certamente non monumentale, ma mai banale e stereotipata. Una Venezia che Brass coglie tra feste, riti ed eventi; città di popolo, senza distinzioni di classi, fatta di apparizioni della folla e situazioni còlte nell’attimo in cui si formano, sempre en plein air, con l’energia e la vitalità di mille variazioni atmosferiche. Un’emozionante Venezia ancora dei veneziani, tratteggiata con gioia e partecipazione, in un dialogo fatto di luci e colori vibranti che appare unico.

Italico Brass, Venezia: la serenata, 1911 ca., Olio su tela, 95 x 118 cm, Collezione privata, Courtesy lineadacqua
Italico Brass, Conversazione sulla spiaggia, Olio su tela, 73 x 92 cm, Collezione privata, Courtesy lineadacqua

Certamente nella maturazione della personalità artistica di Brass – che Elio Zorzi, in occasione della retrospettiva dedicatagli nella Biennale del ’48 (la stessa che vide esposti anche gli Impressionisti e la collezione Guggenheim) definì “un fenomeno particolare, un caso isolato” per il suo tempo – appaiono fondamentali gli anni della formazione: prima all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera e poi a Parigi, dove il giovane Italico risiedette per circa sette anni frequentando accademie e integrandosi nei circoli variegati del mondo impressionista.

Il catalogo della Biennale del 1948, cui Brass partecipa con una mostra personale – Courtesy lineadacqua

È dunque nelle differenti anime dell’Impressionismo – ma anche nelle derivazioni del secondo Impressionismo e dell’immediato Post-impressionismo – che vanno ricercati influssi e riflessioni che matureranno variamente nella sensibilità di Italico il quale, pur non abbandonando completamente certe durezze della pittura austro-tedesca e nordica, “manifesta una sua personalissima adesione allo spirito, all’atmosfera e ai principi pittorici condivisi dai grandi protagonisti di quel movimento”.

Italico Brass, Ponte delle Turchette, senza data, Olio su cartone, 40,5 x 32,5 cm, Collezione privata, Courtesy lineadacqua
Italico Brass, Regata reale, 1938, Olio su tavola, 114 x 129 cm, Collezione privata, Courtesy lineadacqua

Brass appare dunque sulla scena chioggiotta e veneziana nel 1895, di ritorno da Parigi, e si impone subito come un protagonista. Presente alla Biennale fin dalla sua prima edizione, la sua sarà una partecipazione costante e molto apprezzata, tanto da meritargli quella qualifica di “Pittore di Venezia” che già a Parigi lo aveva contraddistinto. Chioggia e Burano furono le mete delle sue prime incursioni veneziane. Chioggia in quegli anni trasmetteva il fascino della laguna richiamando pittori italiani e stranieri e qui si ritrovava il fior fiore dell’arte veneziana: Luigi Nono, Ettore Tito e il friulano Umberto Veruda e Pieretto Bianco, Mosè Bianchi, Emilio Gola e Pietro Fragiacomo.

Italico Brass, Fuochi di Carnevale / I brusa la vecia a Castelo, 1912-13 ca., Olio su tela, 95 x 118 cm, Collezione privata, Courtesy lineadacqua
Italico Brass, La regata,1923, Olio su tela, 75 x 99 cm, Collezione privata, Courtesy lineadacqua

E se la vita porterà Brass in giro per il mondo – anche come “reporter” di guerra – Venezia sarà il vero punto di arrivo e il suo irrinunciabile orizzonte. A Venezia egli deciderà di lavorare e vivere nell’abitazione di San Trovaso, con la moglie russa Lina Rebecca Vigdoff, incontrata a Parigi e allora studentessa di medicina. A Venezia, dove frequenterà gli ambienti e le persone che contano – grandi imprenditori, intellettuali, gerarchi e artisti – sarà impegnato in iniziative culturali importanti, inserito nei comitati scientifici di celebri mostre d’arte curate negli anni Trenta dall’amico Nino Barbantini (su Tintoretto, Tiziano e Veronese) o coinvolto in iniziative di arredo e scenografia del Canal Grande in occasione delle più importanti festività.

Italico Brass, Mascherata / Venezia: passano le maschere, 1914 ca., Olio su tela, 95 x 118 cm, Collezione privata, Courtesy lineadacqua
Italico Brass, La roulotte del coiffeur al Lido, 1910-1911, 38×46 cm, Collezione privata, Courtesy lineadacqua

Sempre a Venezia acquisterà e s’impegnerà nel lungo restauro della diroccata e semi abbandonata Abbazia Vecchia della Misericordia, che diventerà sede del suo atelier e della sua celebre collezione d’arte antica (a lui, che fu anche mercante d’arte, si devono tra l’altro la riscoperta di artisti come Magnasco in collaborazione con Benno Geiger e la valorizzazione di autori come Arcimboldo e Pordenone), oltre che il fascinoso e ascetico luogo d’incontro di artisti, giornalisti, intellettuali e maggiorenti. La città lagunare: luogo di vita dunque e d’ispirazione.

Italico Brass, Partita di calcio a Sant’Elena, olio su tela, 38×46,5 cm, Collezione privata, Courtesy lineadacqua

Nei suoi dipinti l’artista guarda a Venezia senza precostituite gerarchie: il caffè Florian a piazza San Marco – scrivono Romanelli e Vatin – ha la stessa dignità delle famiglie popolari e dei loro pique-nique al Lido; la processione a san Trovaso e la partita di calcio a sant’Elena; gli scaricatori di sale alle Zattere e i burattinai a san Barnaba. Evidente è l’interesse per certe aree periferiche della città come nella Venezia del Baron Corvo, gli interramenti delle barene e le aree verdi di una città che cresce e si espande diventano soggetti amati e riproposti. Per non parlare dei gruppi di impiraperle sedute a chiacchierare nel campiello di corte Colonna che destano la medesima attenzione della processione in pompa magna delle autorità ecclesiastiche verso il Redentore. Brass è cronista accurato, divertito e partecipe di ogni aspetto della vita quotidiana […] è sempre là con i suoi fogli le sue tavolette per appuntare un volto, un gesto una smorfia; oppure confuso tra la folla che assiste alle regate, rileva lo sforzo dei campioni e la dinamicità di uno sport che è solo ed esclusivamente veneziano. Il ‘pittore di Venezia’ è sempre in servizio.

Italico Brass, La moglie del pittore, 1892, olio su tela, 33×41 cm, Collezione privata, Courtesy lineadacqua
Italico Brass, Impiraresse / Merlettaie, senza data, olio su tela, 49,5×71, Foto storiche Italico Brass e il suo autoritratto, Courtesy lineadacqua

È questo il motivo per cui la mostra è organizzata su una serie di visioni veneziane quasi come se Italico suggerisse una sorta di inedito itinerario in città. L’esperienza di visita è resa unica anche dal profumo, creato appositamente da The Merchant of Venice, marchio di profumeria artistica di lusso ispirato all’antica arte profumiera di Venezia e partner dell’evento, che per l’occasione ha ricreato le atmosfere della città lagunare dei primi decenni del Novecento, tra suggestioni dannunziane e orientaliste.

Italico Brass, Autoritratto, 1928, Olio su tela, 137 x 107 cm, Collezione privata, Courtesy lineadacqua
Italico Brass col suo autoritratto – Courtesy lineadacqua

Allo stesso modo le celebri lampade in seta ideate dal contemporaneo Mariano Fortuny, altro simbolo della vivacità creativa, culturale e artistica della Venezia di inizio secolo, richiamano in mostra gli ambienti dell’atelier di Brass e il gusto del tempo, grazie alla collaborazione con la ditta Fortuny, che perpetua oggi le creazioni di Mariano e della moglie Henriette.

Italico Brass e la moglie Lina –
Courtesy lineadacqua

Immagine in copertina: La banda in Piazza San Marco, Olio su tela, 74 x 92 cm, Collezione privata, Courtesy lineadacqua

Autore

  • Esperto e dinamico professionista con una vasta esperienza in operazioni, di M&A, vendite, marketing e sviluppo del business in vari settori incluso: IT Systems support, Energie Alternative, Publishing e Formazione Professionale. Ha fondato varie aziende ad alto contenuto di tecnologie avanzate nei settori di IT systems support ed energie alternative. Esperienza in ambiente internazionale in USA, Svizzera, Bulgaria e Tunisia. Partecipa attivamente ai beta test di soluzioni innovative nel m...

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