Forse non tutti sanno che esiste un poema epico pieno di cavalieri, duelli e amori, ambientato in Calabria quando ancora questa regione era considerata la porta del Sud dell’Europa e non era affatto un luogo marginale nella storia e nell’economia del vecchio continente: La Chanson d’Aspremont, o Canzone d’Aspromonte, è considerata una delle principali opere della letteratura medievale europea.

Carlo Magno bacia Rolando, Chanson d’Aspremont, XIII sec., Collezione Lansdowne, sec.,British Library

Orlando
Questo capolavoro dovrebbe trovare maggior lustro e una diffusione più ampia nella conoscenza comune. Si tratta di una ballata epica incentrata sui fatti precedenti a quelli descritti nella più nota Chanson de Roland, poema per antonomasia scritto dal monaco francese Turoldo, facendo da prologo anche all’Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo e all’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Risale alla metà del XII secolo, ed è scritta in francese antico da un autore ignoto che sperimenta una tecnica espositiva singolare basata su frequenti mutamenti di scena e personaggi, un intreccio narrativo proprio dei cantastorie, ripreso e perfezionato successivamente dall’Ariosto. Composta da diciotto canti scritti in ottave, si inserisce nel genere della “chanson de geste”, un poema epico cavalleresco appartenente al ciclo carolingio che narra la spedizione di Carlo Magno nel Sud Italia contro il re dei Saraceni Agolante; un autentico “manifesto” per l’unità dell’Europa e per la salvaguardia delle radici cristiane dell’identità europea.

Aspromonte, Rocca del Drago (Fotografia di Domenico Catanzariti)

Ritratto di Carlo Magno, di Albrecht Dürer, 1511, (Germanisches Nationalmuseum, Norimberga, Germania)
di Alfonso Morelli – scrittore, storico