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Luce, colore, magia: paradiso Zanzibar

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Isola maggiore dell’omonimo arcipelago situato nell’Oceano Indiano di fronte le coste della Tanzania, Zanzibar è sì Africa ma è soprattutto magia: la magia dei colori e della luce speciale che animano i suoi paesaggi, e che accende gli sguardi delle persone che la abitano. Zanzibar non è solo un luogo ma è un modo di vivere e di sentire, un sentire pieno e felice.

Che fossi atterrata in una specie di paradiso lo percepii subito appena lasciato l’aeroporto. Dirigendomi verso la costa orientale, dove alloggiavamo durante la prima settimana, fui subito inghiottita dal verde smeraldo vivo e brillante della foresta tropicale di Jozani, cuore e polmone dell’isola ma soprattutto casa delle scimmie rosse di Zanzibar che si incontrano molto facilmente lungo i tanti percorsi naturalistici all’interno di questa bellissima vegetazione tropicale. Palme, mangrovie, foresta d’acqua: non credevo davvero di trovare un paesaggio simile! Mi ero immaginata scenari aridi e spogli, una specie di savana africana. Invece qui è tutto meravigliosamente florido e rigoglioso.

La costa est dell’isola è meno battuta dal turismo internazionale e vi si trovano resort molto intimi nascosti in mezzo a questa vegetazione lussureggiante che arriva fino al mare. Mare che qui, più che in altre parti dell’isola, regala spettacoli e magie grazie ad un fenomeno di maree molto accentuato. Tanti turisti non amano il mare che si ritrae e che ti costringe a camminare per lunghi metri prima di poter fare un bagno. Io, invece, ho adorato tanto questo fenomeno perché la marea ridisegna il paesaggio ogni giorno: lo scenario cambia continuamente, ed il mare assume colori sempre diversi! Non penso di aver mai visto in altri parti del mondo tante sfumature di azzurro come qui nella zona di Jambiani o di Paje! Il sole tropicale, poi, illumina questo azzurro con un’intensità incredibile e non ti resta che sederti su una roccia corallina in ammirazione di questa bellezza infinita.

Quando il mare si allontana, poi, arrivano le donne di Zanzibar con i loro vestiti coloratissimi che trasmettono un’allegria contagiosa; sono qui per raccogliere le alghe coltivate in appezzamenti subacquei che affiorano con la bassa marea. Si accovacciano come morbide chiocce  sulla sabbia bagnata e soffice, lavorano con pacifica lentezza, e se ti incrociano ti salutano con un sorriso gentile e delicato. Alloggiare ad est permette di partecipare facilmente ad un safari speciale che trovi solo su quest’isola: il “safari blu”! Si tratta di una giornata di mare a bordo di  imbarcazioni gestite da locali che ti accompagnano cantando allegri “jambo bwana”, la loro canzone di benvenuto. Si parte dalla costa sud, vicino la spiaggia di Fumba, cavalcando le onde di questo mare di un blu unico, e fermandosi su spiagge solitarie di un bianco accecante, che spesso spariscono quando sale la marea. Non ci si ferma solo per fare dei bagni indimenticabili ma anche per gustarsi un pranzo a base di pesce grigliato (freschissimo) mangiato sulla spiaggia dell’isola del baobabgigante!

I colori del mare più belli ed intensi li ho visti visitando tanti di questi isolotti disseminati al largo delle coste di Zanzibar: Mnenmba a nord est, isola privata dove le barche possono solo ancorare a largo per farti fare snorkeling in mezzo a pesci dai mille colori. Nakupenda, detta anche “l’isola che non c’è”, ad ovest, davanti la capitale Stone Town, la lingua di sabbia più incredibile di tutte che nel primo pomeriggio inizia a sparire con l’acqua dell’oceano indiano che sale. Le spiagge più belle, invece, le ho incontrate a nord-ovest, soggiornando a Kendwa, località un po’ più turistica, è vero, ma che regala tre chilometri di sabbia bianchissima, dove il fenomeno delle maree è molto meno accentuato, anzi, quasi inesistente. Da qui ti puoi godere anche un bellissimo tramonto che illumina di sfumature dorate un mare cobalto solcato da tante tipiche cano e locali, i dhows, che navigano placide e lente e ritmo di musiche rilassanti proprio davanti la spiaggia, con i turisti che si godono lo spettacolo e la pace assoluta.

Un tripudio di colori sono, poi, le spice farms dove crescono moltissimi fiori, piante, radici e frutti:le spezie nella loro forma primaria. Assolutamente mai potresti riconoscerli se la guida non ti svelasse di cosa si tratta: cannella, vaniglia, zenzero, ma anche banane, ananas, mango. Di nuovo quest’isola ti incanta con una nuova magia, una nuova ricchezza da offrirti, una nova storia da raccontarti! Ed infine, Stone Town, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, un tempo situata su una delle principali rotte commerciali, sicuramente una città insolita che ti sorprende con un mix di stili architettonici inusuale: arabi, persiani, popoli Bantu, ma anche indiani e cinesi hanno lasciato un segno in questa piccola ma preziosa cittadina ricca di edifici costruiti con la pietra corallina (Stone Town è letteralmente la città della pietra), materiale di un magico e caldo color ocra.

Una passeggiata fra le strette strade interne di Stone Town conduce alla scoperta di bellissimi portoni intagliati appartenenti a vecchi palazzi storici ed i tantissimi negozi chiassosi e coloratissimi dove gli artigiani locali ti accolgono con calore e allegria; vorresti davvero acquistare di tutto! Non solo perché la merce è veramente bellissima ma soprattutto perché il calore di questa gente ti riempie il cuore e vorresti farli felici tutti! La luce negli occhi dei Chunguu, gli abitanti di Zanzibar, è quella di un popolo felice nonostante un’evidente povertà; un popolo che ama cantare, danzare, e vivere in modo semplice e lento, di una lentezza che permette di godersi a pieno la bellezza assoluta di questo paradiso. Mio figlio mi chiese in modo molto spontaneo: “Mamma, ma come fanno a ridere sempre se non hanno niente”? La risposta è scritta nel cuore di ogni vero viaggiatore che abbia scoperto, nei suoi lunghi pellegrinaggi per il mondo, quello che potrebbe essere il segreto della felicità. Segreto che qui a Zanzibar si svela in modo chiaro e semplice. Per questo Zanzibar è nel mio cuore: magia infinita che ti mette in contatto con il vero senso della vita.

 

di Laura Mancini