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Il Servizio geologico d’Italia: 150 anni di geologia italiana

Poco più di centocinquant’anni fa, il 15 giugno 1873, venne pubblicato il Regio Decreto con il quale il re Vittorio Emanuele II determinava le norme per la realizzazione della Carta geologica d’Italia e costituiva il Regio Ufficio Geologico come sezione del Corpo Reale delle miniere. Questo atto normativo dava quindi vita ad una istituzione scientifica che, ancora oggi, si occupa dello studio e della conoscenza geologica del territorio italiano. Immediatamente dopo l’Unità d’Italia, nel 1861, si era già istituto il Regio Comitato Geologico con il compito di provvedere alla realizzazione della Carta geologica; il R. Comitato nacque sotto la spinta dell’esigenza, riconosciuta già a quei tempi grazie all’intuizione di Quintino Sella e  Felice Giordano, di definire i caratteri geologici del territorio italiano per finalità minerarie e di sviluppo urbanistico e infrastrutturale.

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Piramidi di terra di Segonzano (Trento), anno 1880 ca., Giovanni Battista Unterverger, fotografo in Trento – Archivio fotografico Biblioteca ISPRA

Ripercorrendo in rapida sequenza questi lunghi centocinquant’anni, occorre notare un difficoltoso avvio delle attività a causa delle scarse risorse economiche e di personale dell’ufficio. Va però messo in evidenza che l’Ufficio geologico dell’allora giovane Stato italiano è tra i primi ad essere istituito in ambito internazionale, soltanto dopo l’Ordnance Geological Survey britannico, il Kaiserlich Koniglichen Geologischen Reichsanstalt austro-ungarico e il Service de la carte géologique de la France.

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Ghiacciaio dell’Ortles visto dal Rifugio Tabaretta (originale: Tyrol – Der Ortler von Taboretta, Gletscheraus Gesehen – Archivio fotografico Biblioteca ISPRA

Inizialmente gli studi vennero concentrati nelle aree a devozione mineraria, come quelle solfifere della Sicilia centrale e del Sulcis-Iglesiente in Sardegna. Si continuò poi anche con rilievi geologici già avviati in epoca preunitaria, come nelle Alpi occidentali, in Toscana e nell’area dello Stretto di Messina. Si avviò pure l’attività geologica conoscitiva della campagna romana, per tentare di risolvere l’annosa questione della malaria che affliggeva quel territorio e l’area urbana della neonata capitale del Regno d’Italia: Roma.

Documentazione fotografica del prof. Gustavo Fagnani, foglio Sondrio – Archivio fotografico Biblioteca ISPRA

Il progetto di Cartografia geologica ha rappresentato, per molti anni, uno dei più importanti impegni scientifici e informativi del nostro Paese. Impostata sulla base cartografica-topografica dell’Istituto Geografico Militare, attraverso l’uso di colori, simboli e schemi, una carta geologica permette di riprodurre, in forma simbolica, le caratteristiche geologiche e geomorfologiche fondamentali del territorio. Nata inizialmente per identificare e valutare le risorse lito-minerarie del Paese si è trasformata, in tempi recenti, in strumento fondamentale per l’analisi del rischio geologico-ambientale e, di conseguenza, per il governo e per la messa in sicurezza del territorio.

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Documentazione fotografica del prof. Gustavo Fagnani, foglio Sondrio – Archivio fotografico Biblioteca ISPRA

Un momento fondamentale nella lunga vita dell’Ufficio geologico è rappresentato dal secondo convegno internazionale di Geologia che si tenne a Bologna nel 1881. Durante questo evento venne riconosciuta a livello internazionale la competenza scientifica dell’Ufficio, che ottenne quindi ruoli di riferimento per l’armonizzazione semantica e cartografica a livello internazionale. In quegli anni l’organico dell’Ufficio si arricchì di illustri collaboratori come Meneghini, Capellini, Taramelli, Stoppani, Gemmellaro, Giordano e di giovani ingegneri minerari che si riveleranno scienziati innovativi: Baldacci, Cortese, Zaccagna, Lotti, Mattirolo, Novarese, Franchi, Stella, Crema e Sabatini. Questi stessi tecnici si troveranno a dover affrontare problemi di natura geologico-applicativa, fornendo consulenze per l’apertura delle più importanti gallerie ferroviarie scavate nelle Alpi e negli Appennini, dei nuovi acquedotti e, in situazioni di emergenza, per lo studio e il trasferimento dei centri abitati interessati da eventi franosi o da eventi sismici, come il terremoto calabro-siculo del 28 dicembre 1908.

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Giorgio Dal Piaz guida l’escursione del Congresso della Società Geologica Italiana nelle aree dolomitiche post-belliche – Foto di gruppo al Belvedere del Pordoi, Col Rodella in Val di Fassa, 1920 – Fotografia per gentile concessione del Fondo Dal Piaz

L’Ufficio geologico attraversò, non senza difficoltà, sia l’evento bellico della Prima che della Seconda Guerra Mondiale, e soggetto a numerose riorganizzazioni e riordinamenti che non sempre trovarono stabilità. Di fatto, i compiti dell’Ufficio furono quelli di rilevamento e pubblicazione della Carta geologica d’Italia, la preparazione e la pubblicazione degli studi illustrativi, la consulenza geologica e mineralogica alle Pubbliche Amministrazioni.

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Carta geologica d’Italia, scala 1:1.000.000, 1 edizione. R. Ufficio geologico, 1881 – Collezioni cartografiche storiche Biblioteca ISPRA

Gli anni ’60 vedono una ripartenza di quello che viene chiamato, a partire da quel momento, Servizio Geologico d’Italia; grazie ad una specifica legge il Servizio diviene Organo Cartografico di Stato e viene rilanciata l’attività di produzione cartografica che, finalmente, si dirige verso la sua conclusione dopo quasi un secolo. Questo rilancio ha comportato il coinvolgimento di molti Istituti universitari ed Enti di Ricerca, il cui supporto è stato determinante per la conclusione del progetto di cartografia e per l’avanzamento scientifico della disciplina. È anche grazie a questo progetto che le Scienze geologiche hanno potuto crescere e svilupparsi, in un territorio le cui caratteristiche geologiche sono peculiari e oggetto di studi internazionali. Da un punto di vista geologico, infatti, l’Italia è un laboratorio dove osservare e verificare i diversi modelli geologici e geodinamici che vengono proposti a livello internazionale. Le potenzialità offerte dallo studio delle catene orogenetiche antiche e recenti, il vulcanismo tra i più attivi del pianeta, l’elevata sismicità del territorio rendono il nostro paese tra i più idonei per le attività di studio e ricerca in ambito geologico.

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Carta geologica d’Italia, scala 1:1.000.000, 5 edizione. ISPRA – Servizio geologico d’Italia, 2011

Il nuovo millennio ha visto il passaggio del Servizio geologico d’Italia quale Dipartimento dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Questo ente di ricerca pubblico opera nel campo più ampio delle scienze ambientali nelle quali la componente geologica rappresenta uno degli elementi fondanti. Il contributo delle Scienze geologiche alla conoscenza e tutela dell’ambiente è decisivo; in un periodo caratterizzato da importanti mutamenti di carattere climatico e in un territorio fortemente antropizzato, la conoscenza geologica costituisce il punto di partenza di qualsiasi valutazione di pericolosità ambientale e, insieme alle altre discipline, permette di definire il rischio connesso all’evento naturale. Il geologo è di fatto quello scienziato che, conoscendo l’origine e le trasformazioni del territorio nel tempo, è in grado di valutare gli effetti dei cambiamenti indotti dagli eventi naturali.

Antecedenti alla fondazione del Servizio geologico d’Italia non vanno dimenticati la Biblioteca e il Museo; entrambi sono stati istituiti come luoghi di conservazione e di studio del materiale bibliografico, cartografico e documentale e dei campioni litologici e paleontologici prodotti e raccolti dai geologi e dagli ingegneri durante i loro rilievi. Ad oggi, dopo la confluenza nell’ISPRA, la Biblioteca è la più importante in Italia nell’ambito delle Scienze della Terra e delle Scienze ambientali, conservando un prezioso patrimonio storico biblio-cartografico e fotografico, mentre una piccola ma significativa parte delle immense collezioni litologiche, mineralogiche e paleontologiche dell’area museale vengono oggi esposte nel Museo nazionale preistorico etnografico Luigi Pigorini – Museo delle Civiltà di Roma. Queste due entità hanno tra gli obiettivi quelli di diffondere e valorizzare le conoscenze del nostro patrimonio geologico come valore culturale, scientifico e tecnico dell’intera collettività.

A cura di Roberto Besana – Testo di Marco Pantaloni,  dirigente tecnologo (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ISPRA, Roma)

Autore

  • Nato a Monza, risiede a La Spezia. Un lungo passato da manager editoriale giunto sino alla direzione generale della De Agostini, coltiva la sua passione per la fotografia operando per lo sviluppo e realizzazione di progetti culturali attraverso mostre, convegni, pubblicazioni. Nella sua fotografia riverbera la sensibilità ai temi ambientali per i quali è attivo nella diffusione di conoscenza e rispetto. Le sue immagini sono principalmente “all’aria aperta”, laddove lo portano i passi. Ambiente e...

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