Alla Rocca San Giorgio di Orzinuovi (BS) va in scena, dal 6 aprile al 5 maggio 2024, Urban & Pop World, una grande mostra dedicata a Pop Art, Neo Pop e Street Art con opere di Andy Warhol, TvBoy, Jeff Koons, Romero Britto, Mr. Savethewall, Alessandro Padovan, Vincenzo Mascoli, Mr. Brainwash e molti altri. Curata da Nicolò Giovine e Sebastiano Pepe, l’esposizione è organizzata dal Comune di Orzinuovi e dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione con Avangart, società che opera in tutta Italia per avvicinare il pubblico all’arte contemporanea.
In mostra, oltre ottanta opere, tra dipinti, disegni, sculture e serigrafie, che documentano uno dei movimenti artistici che ha maggiormente segnato la seconda metà del Novecento. L’esposizione si pone l’obiettivo di offrire, attraverso opere assai eterogenee per forme, materiali, tecniche ed espressività, l’occasione per lasciarsi stupire e comprendere come il disorientamento “rumoroso” di questi autori abbia ancora molto da raccontare. Gli artisti in mostra sono: Bruno Bani, Romero Britto, Daniele Fortuna, Giores, Marco Izzo, Jeff Koons, Vincenzo Mascoli, José Molina, Mr. Brainwash, Mr. Savethewall, Arnaud Nazare-Aga, Alessandro Padovan, TvBoy, Andy Warhol.
Appropriandosi di elementi prelevati dalla cultura di massa in modo dissacratorio e ironico, nonché di critica verso la (nuova) società dei consumi, le opere di matrice Pop esasperano volutamente i toni e stravolgono icone popolari per cercare un canale comunicativo diretto con un pubblico il più possibile allargato ed eterogeneo, instillando dubbi, stimolando riflessioni e suggerendo un diverso modo di osservare il reale.
Nati nell’Occidente del secondo dopoguerra, i nuovi sistemi di produzione e consumo hanno alimentato l’ebbrezza del benessere per una generazione da poco uscita dai drammi dell’ultimo conflitto globale. Dopo il grande periodo di caos portato dalla guerra, il mercato è invaso da “nuove figure” destinate a diventare popolari e onnipresenti nella vita delle persone: frigoriferi, lavatrici, detersivi, automobili, cibi industriali, star del cinema, della moda, del jet-set, pubblicità, giornali, fumetti, televisione, film di Hollywood etc. La Pop Art e i suoi eredi odierni hanno attinto a questo ampio bacino culturale e ne hanno fatto oggetto di indagine, proponendo nuove ispirazioni, nuove iconografie, nuovi modi di definire il valore dell’opera d’arte e di restituirla come linguaggio.
«Ad accomunare gli artisti in mostra – alcuni esponenti della prima generazione Pop, altri espressione dei linguaggi più attuali – c’è l’impegno nel far leva sul potenziale iconico delle loro visioni che, affini ad un linguaggio abituale, generano contaminazioni: i colori forti e le figure giocose ed esplosive rimodellano i rapporti tra arte alta e popolare. Tutti si sono mossi e si muovono nell’ambito di quel sistema mass-mediatico-globale-consumista in cui si devono ridefinire i valori e i legami sociali tra individui, rispetto al prevalere dell’icona, del bene, dell’oggetto, della notorietà, del clamore», si legge nel testo critico di Matteo Galbiati.
Per questo, sessant’anni dopo la sua affermazione, la Pop Art è diventata uno dei movimenti più influenti, noti e ancora persistenti sull’immaginario collettivo, dominando, in certa misura, tutta la seconda metà del Novecento e, in molti ambiti e contesti, insistendo anche nel XXI secolo.
Immagine in copertina: Mr. Brainwash, Spray Happiness, 2018, tecnica mista su carta, 57×76 cm