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14 agosto 1480: Otranto e i suoi 813 martiri

14 agosto del 1480. Dopo aver abbattuto una porta secondaria tra le mura, e dopo una quindicina di giorni di assedio, gli Ottomani costringono Otranto ad un pesante tributo di sangue con 813 cittadini decapitati, oggi riconosciuti martiri dalla Chiesa Cattolica.

     

Maometto II, il sultano turco; e il generale Gedik Ahmet Pascià che guidò l’assedio a Otranto

È il sultano turco Maometto II a dare l’ordine dello sbarco in terra pugliese e del successivo massacro al suo generale Gedik Ahmet Pascià. Un’azione di violenza inaudita e terrificante portata avanti da circa 18.000 uomini a bordo di 150 navi partite dalla costa albanese di Valona.

Lo scopo dei turchi era quello di contrastare la supremazia veneziana nell’Adriatico, ma il pretesto per massacrare gli abitanti di Otranto fu il diniego di questi ultimi a convertirsi all’Islam. Gedik Ahmet Pascià non risparmiò nemmeno il vescovo: espugnò la cattedrale proprio mentre celebrava  la Messa, decapitando il Pastore. Umiliazioni, torture, stupri segnarono quei tragici giorni, culminati nella ferocia finale del 14 agosto quando, sul colle della Minerva, agli otrantini sopravvissuti fu imposto di abiurare la fede cristiana per avere in cambio la vita. Antonio Pezzulla, detto Primaldo per essere stato il primo a dare la sua testimonianza, rifiutò e diede l’esempio. Fu una carneficina.

Decapitazione di San Antonio Primaldo e dei sui compagni dopo la cattura da parte degli Ottomani sotto Gedik Ahmed Pascià, 1480 - Cartolina fine XIX secolo

Decapitazione di San Antonio Primaldo e dei sui compagni dopo la cattura da parte degli Ottomani sotto Gedik Ahmed Pascià, 1480 – Cartolina fine XIX secolo

Otranto fu liberata il 10 settembre del 1481 dalle truppe inviate dal duca Alfonso di Calabria, dal Papa e da altri Stati. Una parte delle ossa di quei martiri è ubicata nella cripta della Cattedrale otrantina e in sette grandi teche nella Cappella dei Martiri della medesima chiesa; altri resti furono trasferiti a Napoli già negli anni successivi al massacro. L’UNESCO ha riconosciuto la cittadina pugliese quale patrimonio culturale mondiale e sito “messaggero di pace”.

Alfonso II di_Napoli, Duca di Calabria, le cui truppe - assieme a quelle del Papa e di altri Stati - il 10 settembre 1481 liberarono Otranto dai turchi

Alfonso II di_Napoli, Duca di Calabria, le cui truppe – assieme a quelle del Papa e di altri Stati – il 10 settembre 1481 liberarono Otranto dai turchi

Cattedrale di Otranto - Cappella dei Martiri

Cattedrale di Otranto – Cappella dei Martiri

 

Fabio Lagonia

 

 

 

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