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Il sorriso dell’Avana

Simbolo dei Caraibi, e non solo capitale di Cuba, L’Avana incarna gran parte della storia del continente americano, dagli scontri coloniali fino alla Revolución. È forse per queste ragioni che ogni dettaglio del suo paesaggio urbano sembra evocare suggestioni pregne di rimandi ad un passato lontano, ma anche a quello più recente come nel caso delle automobili prodotte negli anni Cinquanta del secolo scorso. Queste, ancora oggi in gran numero, “sfrecciano” sulle strade habanere con i loro colori sgargianti, le marmitte penzolanti, il suono inconfondibile del loro motore. Un vero e proprio museo mobile dell’autovettura divenuto un elemento fortemente identitario della capitale.

Le origini de La Habana risalgono al 1514 quando il conquistador spagnolo Diego Velázquez de Cuéllar – governatore dei possedimenti cubani dal 1511 fino al 1524, anno della sua morte – la fondò con il nome di Villa di San Cristóbal de La Habana. Tale toponimo rendeva contemporaneamente onore al Santo cattolico e a Cacicco Habaguanex, l’antico abitante di quella zona. Tuttavia è il 1519 l’anno assunto dagli storici come data fondativa, quando cioè l’embrione urbano era ormai definito fino alle vicinanze di Baia Carenas, posizione in cui attualmente è ubicata la città e che ne suggellò sin dalle origini l’importanza come scalo commerciale fino a diventare, nel 1607, la capitale della colonia cubana e addirittura il porto principale di tutte le colonie spagnole del Nuovo Mondo. Per queste ragioni fu contesa dagli inglesi, oltre ad essere frequentemente saccheggiata dai bucanieri. Nel secolo scorso la contesa sull’isola è rientrata nella suddivisione planetaria dovuta alla guerra fredda. Molto prima della Revolución, soprattutto negli anni Venti, in pieno Proibizionismo, L’Avana divenne un luogo di vacanza molto frequentato dagli statunitensi che qui trovavano nightclub e gioco d’azzardo. Incantò molti artisti e personaggi, tra cui lo scrittore Ernest Hemingway che vi soggiornò per molti anni, frequentando locali, come la Bodeguita del Medio, oggi divenuti icone e mete turistiche. Le favolose e colorate automobili degli anni ’50 sono figlie di quel periodo.

Un altro simbolo dell’Avana è l’Avenida de Maceo, universalmente conosciuta come Malecón, l’arteria-lungomare lunga otto chilometri che collega La Habana Vieja – dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’Umanità per via del suo ben conservato impianto architettonico coloniale spagnolo – con il quartiere Miramar. Questi luoghi, assieme al Capitolio Nacional, al Mercado, al Museo della Ferrovia, alla Estacion Central de Ferrocarriles, al Cemeterio de Colon, al Boulevard de San Rafael e ad altri siti della capitale, sono stati riqualificati in occasione dei 500 anni dalla fondazione della città, evento che si è celebrato nel 2019 all’insegna dello slogan “Lo más grande”.

Se poi si è alla ricerca di un buon sigaro appena rollato – e come potrebbe essere altrimenti trovandosi da queste parti! – basta spostarsi verso il nord, nella regione dove la sua produzione è al top e l’atmosfera cambia totalmente giacché sembra di stare dentro un Western. Anche questa è la bellezza di Cuba.

 

Testo e fotografie di Paolo Ferraina

Autore

  • Paolo Ferraina nasce a Catanzaro il 5 Maggio 1994. Cresce in una famiglia di fotografi, osservando meticolosamente il lavoro dei nonni paterni e del padre fotografo glamour. Lui, terza generazione, coltiva la passione per la fotografia e si laurea all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Con il suo lavoro, esplora campi come l’arte contemporanea seguendo interventi e vite d’arte, ad esempio quella del critico Luca Nannipieri e dello scultore Gianfranco Meggiato. Si occupa prevalentemente di f...

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