Vai al contenuto

La scoperta della Venere di Milo

Fra le opere d’arte giunte a noi dall’antichità una delle più celebri è la Venere di Milo. Fu scoperta l’8 aprile del 1820 nell’omonima isola greca dell’arcipelago delle Cicladi dal contadino Yorgos Kentrotas: era intento a cercare pietre per rinforzare la recinzione del suo campo quando la sua pala toccò qualcosa di duro. Subito dopo spuntò fuori dal terreno un magnifico busto di marmo pario, senza braccia.

Dettaglio della Venere di Milo

La statua, che rappresenta Afrodite e perciò simboleggia la bellezza femminile, è esposta al museo del Louvre dal 1821. Il motivo per cui si trova in Francia è dovuto al fatto che al momento della scoperta si trovasse sull’isola Olivier Voutier, giovane ufficiale della Marina francese, che così descrisse quel fatidico momento vissuto da Kentrotas: “Aveva appena scoperto la parte superiore di una statua in cattive condizioni e, non potendo essere utilizzata per la sua costruzione, stava per ricoprirla di macerie. Con la punta di qualche piatto l’ho fatto invece uscire”.

Disegno della statua con l’iscrizione sul plinto mancante (Debay, 1821)

Dopo diverse trattative, non prive di contrasti e forse qualche rissa, la statua fu imbarcata sulla nave da guerra francese, destinazione Tolone. Dopo oltre tre mesi, raggiunse la meta finale: il Louvre. Ne diede notizia il giornale Moniteur  il 7 marzo 1821. Da quel momento in poi il focus fu rivolto al restauro: una disputa tra archeologi risolta però dal Re Luigi XVIII, che optò per lasciarla così come fu ritrovata, senza operare restauri. Il 24 maggio del 1821 fu così esposta al pubblico, divenendo celebre e venendo fortemente esaltata, anche in funzione di motivazioni politiche.

Fotografia di una proposta di restauro della Venere di Milo di Adolf Furtwängler che incorpora i frammenti del braccio trovati con la statua al momento della sua scoperta

La Venere di Milo, alta più di due metri, è datata al 150-125 a.C. e il suo autore, grazie ad un’iscrizione rinvenuta sul basamento, è riconosciuto in Alessandro di Antiochia. Molti artisti, fin da subito, la presero a modello per le loro opere: da Delacroix per la sua famosa Libertà che guida il popolo a Eckersberg, e successivamente da Magritte a Dalì. Un’opera d’arte che ci arriva dalla classicità, che ci guarda da millenni e ci offre fieramente un sicuro e immutabile modello di bellezza.

La Venere di Milo al Louvre