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Viaggio di Ritorno. Il giardino in cui lo scarto diventa arte

Tempo di lettura: 4 Minuti

La Toscana è per sua definizione una terra di ingegnosità. Grandi artisti del passato hanno lasciato qui la loro firma, raccontandosi e accrescendo il fascino di questa regione attraverso chiese, monumenti, opere pittoriche e architetture di grande suggestione. In tempi più recenti, moderni viaggiatori, figli adottivi di questi luoghi, hanno dato un nuovo corso alle discipline creative. Installazioni ed espressioni artistiche si vanno ad unire al contesto paesaggistico naturale, lasciandosi mutare dal sole, dalle piogge e dal vento.


Da Carrara a Capalbio, sono ben 20 i Parchi d’arte in Toscana, tra i quali spicca per originalità e idea comunicativa il Giardino Viaggio di Ritorno, a pochi chilometri da Castiglione della Pescaia, firmato dall’artista Rodolfo Lacquaniti. L’architetto creativo, ideatore e realizzatore di questo parco, attraverso le sue installazioni che sembrano uscire dal mondo della fantasia, propone in modo apparentemente giocoso una riflessione quanto mai attuale sul mondo della società dei consumi. Il depauperamento delle risorse, la continua corsa alla sostituzione di beni materiali, la poca attenzione ad un’economia circolare, ha portato Lacquaniti a fare degli oggetti scartati e dei rifiuti spesso industriali, arte universale. Da Firenze alla Maremma, il cambiamento di vita dell’artista e bioarchitetto inizia nel 2002 quando, lasciata la città rinascimentale, decide insieme alla moglie e alle sue figlie, di vivere a stretto contatto con l’energia della terra. Inizia così quello che oggi è il Giardino Viaggio di Ritorno, dove ad accogliere il visitatore c’è un nutrito gruppo di installazioni di personaggi fantastici come i Cerchianti, realizzati con gli scarti di produzione dei cerchioni per i trattori e le tartarughe con i  carapaci reinterpretati da elementi di macchinari agricoli salvati dalla discarica, mentre poco più in là si intravede una grande balena fatta di lamiere, nella cui pancia è possibile entrare, sentendosi un po’ Pinocchio.

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di Barbara Perrone – fotografie di Davide Tiezzi