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Henri de Toulouse-Lautrec. Una mostra a Rovigo

Henri de Toulouse-Lautrec è il protagonista dell’appuntamento annuale della primavera di Palazzo Roverella a Rovigo con l’ arte internazionale. La grande mostra del 2024 è riservata all’artista francese tra i più rappresentativi della Parigi di fine secolo e si può ammirare dal 23 febbraio al 30 giugno 2024. A promuoverla è la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi. La mostra, prodotta da Dario Cimorelli Editore, è curata da Jean-David Jumeau-Lafond, Francesco Parisi e Fanny Girard (direttrice del Museo Toulouse-Lautrec di Albi), con la collaborazione di Nicholas Zmelty (sezione Manifesti e Incisioni).

Henri de Toulouse-Lautrec, Divan japonais, 1893, litografia. Svizzera, Collezione Michel & Sonja Langenstein Foto © David Bordes
Henri de Toulouse-Lautrec, À Grenelle: L’attente, 1887 circa, olio su tela. Williamstown, Sterling and Francine Clark Art Institute © Clark Art Institut

Superando l’approccio che tanto spesso riduce Toulouse-Lautrec a un universo privo di sfaccettature e talvolta persino relegandolo alla sola attività di creatore di manifesti, questa mostra si sofferma sulla sua attività di pittore, con dipinti e pastelli provenienti da importanti musei americani ed europei oltre che francesi, in rapporto all’ambiente parigino in cui operava mettendo l’artista a confronto con realisti, impressionisti, simbolisti con cui condivideva esperienze e momenti di vita quotidiana.

Henri de Toulouse-Lautrec, Débauche, copertina del Catalogue d’affiches artistiques, A. Arnould, 1896, litografia. Chaumont, Le Signe, Centre national du graphisme © Fonds Dutailly, Collection de la Ville de Chaumont – Le Signe, Centre national du graphisme

L’esposizione non trascura ovviamente l’attività di Toulouse-Lautrec nel campo del manifesto. Oltre alle celebri affiche vengono esposti dipinti e disegni preparatori dell’artista, affiancandoli in un rapporto dialettico ai lavori dei numerosi artisti attivi contemporaneamente negli stessi ambienti, che spesso affrontano le medesime tematiche. Questa attenta ricostruzione dell’intera attività di Toulouse-Lautrec, attraverso le sue opere (60 opere dell’artista su più di 200 opere complessive esposte) intende evocare in maniera più vasta e organica la vivacità della scena artistica parigina, superando il riduttivo concetto di Belle Époque.

Henri de Toulouse-Lautrec, Débauche, copertina del Catalogue d’affiches artistiques, A. Arnould, 1896, litografia. Chaumont, Le Signe, Centre national du graphisme © Fonds Dutailly, Collection de la Ville de Chaumont – Le Signe, Centre national du graphisme

L’esposizione è arricchita da numerosi focus per meglio descrivere l’ambiente artistico parigino in cui operava l’artista: “Parigi 1885-1900”; “Le Chat Noir”; “Toulouse-Lautrec e gli amici artisti”; “Il rinnovamento della grafica” e soprattutto una sezione inedita agli studi dedicata al movimento artistico francese “Les Arts Incohérents” (a cura di Johan Naldi), anticipatore di molte delle tecniche adottate dalle avanguardie del Novecento come il Dadaismo.

Henri de Toulouse-Lautrec, Le Salon des Cent. Exposition internationale d’affiches, 1895, litografia. Strasburgo, Musée d’Art moderne et contemporain © Musées de Strasbourg / foto M. Bertola

Tutte le opere del gruppo date per disperse da oltre un secolo sono state ritrovate nel 2018 ed alcune di queste recano, al verso, l’etichetta di una delle loro esposizioni corredata dal catalogo pubblicato dalle edizioni del celebre locale Chat Noir. La mostra di Rovigo è la prima occasione per poterle nuovamente ammirare.
Oltre ai saggi dei curatori il catalogo è arricchito dagli studi di Nicholas Zmelty sulla Grafica, di Johan Naldi su Les Arts Incohérents, di Mario Finazzi sugli artisti spagnoli a Parigi tra Ottocento e Novecento e di Bertrand du Vignaud – pronipote di Toulouse-Lautrec – sul rapporto tra Marcel Proust e l’artista.

di Emilio Tripodi

Immagine in copertina:  Théo van Rysselberghe, Scène de café-concert, 1887, pastello e carboncino su carta vergata color crema. Collezione privata

Emilio Tripodi

Emilio Tripodi